L'eclettismo di Robertson e il fascino noir di Anna Calvi

Due le uscite discografiche della settimana

di Maurizio Iorio

Questa settimana sono due le uscite discografiche che abbiamo selezionato per voi. Dopo anni di assenza, il ritorno di Robbie Robertson, ex leader della 'Band'. L'esordio dell'anglo-italiana Anna Calvi, chanteuse di classe. 

Robbie Robertson
'How To Become Clairvoyant' - (429/Self)

Poteva essere l’evento musicale dell’anno e invece il nuovo, attesissimo album di Robbie Robertson, è la classica ciambella uscita senza buco, tanto per usare una metafora culinaria. L’ex-leader della Band, co-autore della svolta elettrica di Bob Dylan, per anni a fianco del menestrello di Duluth, ha intrapreso da decenni una carriera solista per una nicchia di aficionados, e dispensa dischi con cadenze omeopatiche. Il penultimo, “Contact from the under world of a red boy”, risale a tredici anni fa. Per il resto, molta famiglia, da buon sessantasettenne, e consulenze musicali a go-go. Come quelle per i film del suo vecchio amico Martin Scorzese, che girò lo storico “The Last Waltz” proprio sull’addio alle scene della Band. Mr. Robertson, canadese mezzosangue pellerossa, da buon centellinatore di note e suoni, ha dosato la sua arte in pochi, imperdibili album. Per questo ogni sua uscita è un evento, e ci si attende sempre un passo in avanti rispetto all’ultimo traguardo. Ragion per cui, nel caso in questione, viene bacchettato come si fa a scuola con gli alunni intelligenti, che “potrebbero fare di più”. Siamo sempre su livelli d’elezione, sia chiaro. Il lavoro è impreziosito da gente come Eric Clapton (che quarant’anni fa andò in America per chiedergli di suonare nella Band, pensate un po’), Stevie Winwood, Trent Reznor e Tom Morello. I suoni sono come sempre accuratissimi e gli arrangiamenti raffinati. Da perfezionista impavido e lento come un bradipo qual è, Robertson non lascia mai nulla al caso, anche se questa volta non tutti i tasselli sono finiti al posto giusto, e a canzoni di ottima fattura (This Is where I get off) se ne alternano altre sottotono (Axman), che rovinano un po’ gusto d’insieme.

TRACKLIST: Straigth down the line /When the night was young/He don’t’ live here no more/The right mistake/This is where I get off/Fear of falling/She’s not mine/Madame X/Axman/Won’t be back/How to become clairvoyant/Tango for Django”


Anna Calvi
Anna Calvi - (Domino/Self )

Quella dell’argomentare (o, meglio, del catalogare) è una devianza che i giornalisti hanno in comune con i filosofi ed i bottegai. Soprattutto quando si tratta di scomodare nomi altisonanti per azzardare confronti a prima vista quantomeno azzardati. Perché, nel caso di Anna Calvi, esordiente cantautrice anglo-italiana, musa fascinosa ed elegante, l’azzardo è stato sicuramente rischioso. Edit Piaf, Marianne Faithfull, Nina Simone, P.J. Harvey, Diamanda Galas sono solo alcune delle signore della canzone che la stampa internazionale ha accostato alla 28enne chanteuse, che solo cinque anni fa ha scoperto di aver una voce dark che mescola Jessica Rabbit e Marlene Dietrich, e in grado di evocare “atmosfere alla David Lynch”, come ha scritto la stampa inglese. La Bbc l’ha inserita nella lista dei suoi artisti da seguire nel 2011, e le ha spalancato le porte della conoscenza (altrui), senza bisogno del passa-parola della gavetta classica. La ragazza, peraltro, suona discretamente la chitarra, strumento dal quale è rimasta folgorata dopo aver ascoltato Alladin Sane di David Bowie. Se l’astro nascente continuerà ad irradiare luce, o si spegnerà come una stella cadente, non è dato sapere. Bisognerà aspettarla al varco del tempo. Però Nick Cave (quello delle Murder Ballads, le ballate assassine) e Brian Eno, per i quali ha aperto i concerti, stravedono per lei. L’album, che porta semplicemente il suo nome, suona fascinoso e retrò, non senza punte di modernità, soprattutto nei brani che chiamano involontariamente in causa P.J. Harvey, alla quale assomiglia in modo imbarazzante. Per finire, è vero che nel rock tutto è stato scritto, ma è anche vero che c’è chi, più di altri, è in grado di rimescolare linguaggi già usati.

TRACKLIST
Rider to the sea/No more words/Desire/Suzanne and I/First we kiss/The devil/Blackout/I’ll be your man/Morning light/Love wont be leaving