Una folla commossa ha partecipato oggi a Roma alle esequie solenni del tenente Massimo Ranzani, l'alpino rimasto ucciso lunedì nell'esplosione di un ordigno nell'ovest dell'Afghanistan. La salma, avvolta nel tricolore e portata a spalla da un gruppo di commilitoni, è stata accolta da un sentito applauso al suo arrivo nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, gremita in ogni ordine di posto. In prima fila il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, il ministro della Difesa Ignazio La Russa: presenti, tra gli altri, numerosi rappresentanti di governo, maggioranza e opposizione, assieme ai vertici delle forze armate. A cerimonia iniziata è arrivato anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ha preso posto in terza fila. La sedia destinata al premier, in prima fila, vicino a Fini, è rimasta vuota.
Al suo arrivo, il capo dello Stato ha rivolto un saluto commosso alla famiglia dell'alpino ucciso, baciando affettuosamente la madre e pronunciando parole di conforto. Numerosi i militari di ogni ordine e grado e i civili presenti nella basilica per le esequie della 37esima vittima italiana in Afghanistan. "Mai sordo al grido dei deboli, anche il nostro Massimo, lasciato ogni sostegno, senza vedere, con le braccia tese in avanti, si è lasciato orientare solo dalla voce del cuore, dinanzi alla sofferenza e all'angoscia del popolo afgano", ha detto l'ordinario militare, monsignor Pelvi, durante la sua omelia.
Ranzani, ha ricordato ancora monsignor Pelvi, è stato capace di lasciare "il buio dell'egoismo, la vita comoda, per dire al fratello dimenticato e abbandonato: coraggio, alzati". Le note del silenzio, come sempre, hanno messo fine alla cerimonia. Commosso l'ultimo bacio dei genitori di Ranzani al feretro del figlio, dopo il saluto affettuoso rivolto loro prima da Berlusconi e poi dal presidente Napolitano.