Il grande ritorno dell'auto a Ginevra

Oltre 170 anteprime, tra mondiali e europee confermano i segnali di una ripresa che, per ora, è lontana da Vecchio Continente, dove si respira un’aria di grande ottimismo m

di Luigi del Giudice

Al Palaexpo di Ginevra si annuncia un grande ritorno dell’automobile. Le anteprime, tra mondiali e europee, sono circa 170. Già prima del via alla rassegna, si sente nell’aria una strana certezza che la crisi sia alle spalle. Ma, per ora, è ancora solo un desiderio, una forte ventata di ottimismo, che si origina sulla scia della ripresa in altri Paesi lontani dall’Europa. Nel Vecchio Continente, infatti, la ripresa la stiamo aspettando ancora. E ci si augura che sia proprio il Salone svizzero, con la sua neutralità, a segnare la fine di questo periodo difficile per le quattro ruote. L’ottimismo, infatti, deriva dal forte impegno dei costruttori, che, questa volta, sembra voler superare le rassegne precedenti, forti di bilanci che tornano al guadagno, come per le tedesche BMW, Mercedes e Volkswagen o, anche, le francesi Peugeot-Citroen e Renault che rimborsano i prestiti al governo prima della scadenza. Tutti segnali che fanno pensare che la situazione tenda alla normalità. E, così, c’è da attendersi non solo tantissime novità, ma anche il ritorno di quella spettacolarità, un tempo tipica della rassegna, come le grandi scenografie, arricchite da spettacoli e musica in grandi spazi espositivi. La stupenda vetrina svizzera si annuncia con prodotti di rilievo, di calibro elevato, con automobili che possono mutare velocemente e in modo significativo i volumi e le quote di vendita.

IL RITORNO AL DESIGN
Ma ciò che colpisce maggiormente questa volta è la rinascita del design. Una rinascita che pone in evidenza il bello, perché, era ora, c’è un ritorno al bello e al buon gusto, indipendentemente dal desiderio di voler catturare e stupire l’attenzione di un pubblico, preso sempre più dalle preoccupazioni pressanti di tutti i giorni che derivano dall’automobile. Gli esempi non mancano, a cominciare dalla Ferrari, che propone una carrozzeria molto innovativa. O la nuova De Tommaso, dalla linea veramente pulita. Anche Lamborghini, che pur restando aggressiva e con linee forti non arriva agli eccessi chiassosi. La Renault cerca una nuova identità con la Captur, mentre Peugeot conferma linee eleganti con la 508 e con la nuova 308. Anche BMW con il nuovo prototipo ConnectedDrivee si indirizza verso un nuovo stile. Infine, Citroen che si distingue da sempre per uno stile sempre più avveniristico. Ma, nel complesso, è ancora la scuola italiana che si impone nel design dell’auto con le sue linee eleganti e raffinate, nella definizione dello stile.

IL SALONE
L’81.ma edizione del Salone di Ginevra, dal 3 al 13 marzo prossimi, è, dunque, un condensato di tecnologia e design. Una vera gara tra costruttori, carrozzieri e preparatori di alto livello per ammaliare il pubblico. Le sette hall del Palaexpo, circa 80.000 metri quadrati, sono occupate da 260 espositori, in rappresentanza di 700 marchi, provenienti da 31 paesi. C’è una hall intera dedicata ai fornitori e agli equipaggiamenti del settore. Citiamo tra i nuovi arrivati a Ginevra, i preparatori Kellener sport, MTM e Novidem. Tra i carrozzieri, Invader. Prima volta anche per il costruttore GTA Motor. Ritorna, dopo nove anni di assenza, De Tommaso, come pure la coreana SSangyong, assente negli ultimi due anni. Sono circa diecimila i giornalisti presenti nelle due giornate dedicate alla stampa, che precedono l’apertura ufficiale. A questi le società automobilistiche dedicano 84 conferenze stampa per spiegare i particolari dei loro nuovi prodotti. L’afflusso previsto è, come sempre, poco superiore alle 700 mila persone.

L’ELETTRICA
La tendenza del Salone resta ancora una volta indirizzata all’auto elettrica, con circa quaranta anteprime che si fanno forti di una tecnologia alternativa e ecologica. Il top della ricerca sull’auto elettrica, infatti, resta ancor oggi quasi una prerogativa di Ginevra. Anche se il futuro dell’elettrica non è ancora vicino, e i costruttori lo sanno bene, tutti cercano di esporre i risultati di quanto raggiunto sullo sviluppo delle batterie. Il Padiglione verde, infatti, è un concentrato di prototipi che adottano tecnologie e carburanti del futuro. Inoltre, quest’anno c’è una sensibilità maggiore, perché l’auto elettrica è scesa in strada. Ci sono già diversi modelli che sono stati acquistati.
Ma il discorso dell’auto a batteria è ancora in alto mare: i costi delle vetture sono rilevanti, mentre le infrastrutture restano inesistenti. E tutto questo rende perplessi gli acquirenti, non permettendo quello sviluppo immediato, invocato da qualche anno per scongiurare la crisi. E, per questo, i big del mondo dell’automobile non presentano scelte ben definite per lanciarsi veramente verso l’auto elettrica. Cosa, questa, in cui fa eccezione la francese Renault che presenta un variegato programma di vetture alimentate a batteria, ma che, finora, non sono sulla strada. Il risultato è che il decollo delle “zero emissioni” di cui tutti parlano è rinviato. A quando. Difficile dirlo.
Forse, ha ragione Bosch quando sostiene che nei prossimi venti anni la farà da padrone ancora il motore termico. Le auto a benzina e a gasolio sono ancora in vetta, con consumi e emissioni sempre più bassi, mentre l’immediato futuro è prerogativa delle ibride: quelle alimentate da un motore elettrico insieme a uno a benzina o gasolio. Questo settore, infatti, si fa strada ogni giorno di più e presenta modelli medi, che sono maggiormente alla portata di tutti o quasi. E qui sembra che la strada sia ancora quella avviata dai giapponesi con Honda e Toyota in testa.

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