di Rita Piccolini
Molte collezioni sono accomunate da questa suggestione: i mitici anni Settanta, riveduti e corretti, che continuano tuttavia a ispirare gli stilisti comunicando ancora un senso di libertà. Il fascino nasce dal fatto che in qualche modo quegli anni lontani incarnano la giovinezza. Indimenticabili molti film, cantate ancora oggi dai giovani le canzoni di allora, tuttora eseguiti dalle band brani di musica rock a tal punto attuali da essere considerati ormai dei classici. La moda allora, che è l’esteriorità di cui ammantiamo la nostra persona, il nostro modo di essere e i nostri desideri, coglie questa aspirazione di libertà e ci ripropone un’immagine adeguata. Le sfilate si susseguono in diverse location, nelle zone più belle del centro storico. E’ stata vincente la scelta della Camera della Moda di coinvolgere l’intera città. Lo scorso anno la collezione donna pret à porter per l’autunno inverno si svolgeva nei padiglioni della Fiera. La decisione di Boselli di portare le sfilate in centro, attuata lo scorso settembre per le sfilate primavera-estate, è stata vincente e viene riproposta. Così al passante distratto e frettoloso può capitare di vedere decine di ragazze con mini- abiti bianchi o rossi o verdi, all’uscita della metropolitana. E’ la sfilata di Rocco Barocco in Piazza del Duomo che usa gli abiti per rendere omaggio ai 150 anni dell’unità d’Italia.
E poi i dettagli punk di Richmond sia per il giorno, con il ritorno in passerella dei jeans attillati e a sigaretta (ma quando mai hanno smesso di essere di moda?), sia nel ricco guardaroba da sera arricchito da piume. Più che mai anni Sessanta -Settanta anche per Alberta Ferretti: abitini corti, a trapezio, linee e disegni geometrici. Sobri lineari ma coloratissimi anche i cappottini con l’orlo sopra il ginocchio indossati con quello che fu un “must” dei ’70: lo stivale alto fin sopra al ginocchio e aderente come una calza.
Più “bon ton” la collezione di Max Mara. Colori sobri: dal beige al grigio in più sfumature, al nero e bianco panna. Colli di pelliccia, giacche e abitini da signorina snob.
Coloratissima invece, anche se un po’ “perfettina”, anche la ragazza di Blugirl, con cappotti avvitati color cammello, gonne appena sopra il ginocchio, e una mise classica resa spiritosa dai cappelli maschili color arancio e dettagli dello stessa tonalità sulle camicette bianche. Qualche proposta appare comunque coloratissima e divertente, con contaminazioni “british” e dal sapore retrò. Riproposti i calzettoni accoppiati alla scarpa con il tacco che, nonostante le molteplici proposte delle scorse collezioni, non sembra abbiano avuto un gran successo, almeno in Italia. Anche in questa collezione colli, ma non grandi, e alcuni e dettagli in pelliccia. E la pelliccia, come è ovvio, trionfa nella sfilata di Fendi. I colori sono quelli classici e naturali delle pellicce vere. Giacche e cappotti sono importanti, da signora “bene”, poche concessioni ai colori forti, solo nelle calze in bella vista, perché in questa collezione dominano le scarpe più che gli stivali.
Tornano quindi il lusso e i capi importanti e costosi. Chissà se questa tendenza vincerà? Già lo scorso anno si erano viste molte pellicce nelle collezioni milanesi e parigine, ma molte erano ecologiche e più “ironiche”, se è concesso definire così una pelliccia. Per ora però di pellicce nella capitale se ne vedono poche. Di più a Milano e nelle città del Nord, anche per il clima più rigido, ma non si può per ora parlare di un ritorno alla grande della pelliccia. Gli stilisti tuttavia insistono. Ce la faranno a vincere una coscienza animalista che negli ultimi venti anni si è notevolmente affermata?
Molte donne non hanno più il coraggio di indossarla. E’ per una maggiore sensibilità acquisita verso i nostri amici del regno animale, o perché è stato detto che è un capo di abbigliamento che invecchia? Che fa troppo “signora datata”? Bella domanda davvero! Vedremo se la coscienza animalista vincerà o se il trend della moda travolgerà le signore con la sua forza irresistibile. Certo un peso sulla scelta sarà anche di tipo economica. Siamo ancora in tempo di crisi! Comunque si vedrà, la risposta sarà possibile trovarla nelle strade delle nostre città il prossimo inverno, anche se è già possibile prevedere che, essendo le donne intelligenti e sensibili, reagiranno a questa proposte con misura, consapevolezza, tolleranza e senso pratico.
Anni Settanta e ancora settanta. Così anche per Ermanno Scervino. I cappotti sono maxi, fino ai piedi, ma affusolati e di taglio maschile, così come maschili sono i tessuti. I pantaloni sono stretti e a vita alta. I colori sobri: nero, grigio scuro, cammello, qualche abito è giallo e ornato di da ampi colli di pelliccia. A volte i pantaloni sotto a i giacconi sono corti e indossati con calze pesanti e polacchine.
Poi, controcorrente, la sfilata D&G, la linea giovane di Dolce e Gabbana. Omaggio al colore pensando questa volta agli anni Ottanta. Ampie giacche sui fuseaux. Ai piedi le scarpe da ginnastica tipo All Star. E’ un trionfo di rosa intenso abbinato al nero, del giallo, del verde, del blu. Gli abiti lunghi sono stampati e di mille colori allegri, svolazzano leggeri e sotto sempre con ironia le scarpe da ginnastica. Di grande effetto gli abiti cortissimi con gonna di struzzo. Le fanciulle che sfilano sembrano piumini. E’ una collezione invernale ma fa pensare alla primavera.