E’ una vittoria a metà quella riportata dal premier uscente, Hashim Thaçi, alle prime elezioni politiche del Kosovo indipendente. A spoglio completato, il suo partito Pdk, di ispirazione socialdemocratica, ottiene la maggioranza relativa, con il 33,5% dei voti, e sarà evidentemente costretto a stringere alleanze per poter governare. Il compito potrebbe rivelarsi più arduo del previsto, poiché il Pdk ha annunciato che non parteciperà ad alcun governo che non sia guidato dal suo leader e altri tre partiti entrati in Parlamento escludono categoricamente di dare vita a un governo che abbia Thaçi come premier. Il Pdk e Thaçi incarnano la lotta per l’indipendenza: il partito altro non è che l’ala politica dell’Esercito per la liberazione del Kosovo.
La Lega democratica, che fu del moderato Ibrahim Rugova (Ldk), si è fermata al di sotto delle attese, ottenendo il 23,6% dei consensi. Prima dell’indipendenza, il partito si era sempre schierato per un dialogo con Belgrado che perseguisse un’ampia forma di autonomia. Nel 2007, quando il Paese ormai si avviava verso la dichiarazione unilaterale di indipendenza dalla Serbia, la Lega democratica formò un’alleanza con il Pdk, per poter gestire al meglio e con la più ampia maggioranza possibile le prime fasi del nuovo Stato sovrano. E’ stata proprio la rottura dell’alleanza tra Pdk e Ldk a portare alle elezioni anticipate.
Il risultato elettorale del voto di domenica rispecchia grosso modo quello delle elezioni del 2007, quando il Paese, ancora sotto il controllo della Serbia, votò per rinnovare il Parlamento locale. All’epoca, al Pdk andò il 35% delle preferenze, alla Ldk il 22%.
La vera novità di questa tornata è stata l’affermazione del nuovo movimento nazionalista albanese, Vetevendosije (“Autodeterminazione”), fondato pochi mesi fa da un giovane radicale Albin Kurti, che punta alla fusione del Kosovo con l’Albania. Altro obiettivo di Kurti è mandar via tutte le missioni internazionali, le uniche in grado attualmente di garantire un minimo di stabilità nel Paese più povero e con il più elevato tasso di disoccupazione europea: il reddito è inferiore a un decimo di quello italiano e i senza lavoro sono il 40% della popolazione attiva.
Entrano in Parlamento anche l’Alleanza per il Futuro (Aak) dell’ex premier Haradinaj, sotto processo per crimini di guerra al Tribunale dell’Aia, e l’Alleanza per un nuovo Kosovo (centrista) del magnate Beghjet Pacolli, noto in Italia come produttore discografico ed ex marito di Anna Oxa. La Costituzione riserva infine 20 seggi alle minoranze linguistiche, di cui 10 ai serbi. Ma la scarsissima partecipazione al voto di questi ultimi rischia di complicare ulteriormente un quadro già delicato. R. F.