Fisco, proviamo a fare i conti


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Arriva il quoziente 'fai da te'

Meno Irpef con la separazione fittizia h

Per pagare meno Irpef sono sempre di piu' i coniugi che attuano separazioni fittizie. In pratica si tratta di una sorta di quoziente familiare 'fai da te' che nel caso di famiglie monoreddito con un imponibile medio-alto consente risparmi significativi. E' quanto sottolinea Lef, associazione per la legalita' e l'equita' fiscale, che ha effettuato alcune simulazioni. Con un imponibile di 80.000 euro si puo' arrivare a risparmiare anche 5.000 euro.

La pianificazione fiscale, un tempo prerogativa assoluta delle imprese, si legge sul sito dell'associazione 'Fiscoequo.it', coinvolge sempre piu' anche le famiglie. E cosi' vi sono coppie che si dividono sulla carta per pagare meno Irpef, ma anche coppie che vivono insieme, ma non si uniscono in matrimonio per non perdere vantaggi fiscali o comunque legati ai servizi sociali. Il fisco, dunque, e' sempre piu' elemento decisivo anche nella scelta del tipo di rapporto legale tra persone dello stesso nucleo familiare. Naturalmente e' necessario che il reddito percepito dal contribuente che sostiene il nucleo sia di importo significativo per determinare un risparmio d'imposta apprezzabile.

Proviamo a fare un po' di conti con l'aiuto di Lef analizzando la situazione di un contribuente che possiede un reddito complessivo annuo di 80.000 euro, l'unico della famiglia, composta dalla moglie, priva di redditi, e da due figli studenti. Ipotizziamo che il contribuente e sua moglie, decidano di separarsi (pro forma) consensualmente, concordando un assegno annuale di mantenimento di 20.000 euro al coniuge e di 7.500 euro per ognuno dei due figli.

Attualmente il contribuente (che per semplicita' di calcolo non dispone di oneri deducibili o detraibili), commisura l'imposta ad un reddito imponibile di 80.000, euro, costituito per 79.335 euro da lavoro dipendente e per 665 euro da un immobile "a disposizione" (rendita catastale di 500 euro aumentata di 165 euro, pari ad un terzo). Non puo' fruire di detrazioni per il coniuge e figli a carico in quanto il suo reddito supera il limite di 75.000 euro e pertanto paga una Irpef di 27.570 euro, cui si aggiungono addizionali comunali e regionali (ipotizzate al 2%) di 1.600 euro, per un totale di 29.170 euro.

In caso di separazione consensuale il nostro contribuente decurtera' dal proprio reddito l'importo di 20.000 euro corrisposto al coniuge (importo che diventera' tassabile per quest'ultimo), non potra' fare lo stesso per l'ammontare di 15.000 corrisposto per i due figli (comunque non tassabile per questi ultimi), ma potra' usufruire (come anche la moglie) delle detrazioni d'imposta per i figli a carico.

Nella nuova situazione fiscale il contribuente avrebbe un imponibile di 60.000 euro e pagherebbe una imposta Irpef corrispondente 19.270 alla quale vanno aggiunte le addizionali comunali e regionali (2%) per un importo di 1.200 euro e sottratte le detrazioni per i due figli a carico per un importo di 364 euro. L'imposta dovuta sarebbe di 20.106 euro Il coniuge invece con un imponibile di 20.000 euro pagherebbe una imposta Irpef corrispondente di 4.800, addizionali comunali e regionali (2%) per 400 euro e godrebbe di detrazioni per i due figli a carico per 655 euro. L'imposta dovuta sarebbe di 4.545 euro. Considerando i due coniugi 'separati' avremmo una imposta complessiva di 24.651 euro contro i 29.170 pagati in precedenza con un risparmio d'imposta di 4.519 euro.

Per chiudere il cerchio, non potendo piu' risiedere ufficialmente (ma di fatto continuera' a farlo) insieme alla propria moglie (separata) ed ai due figli, il contribuente trasferira' la sua residenza nell'immobile sinora tenuto "a disposizione" (un appartamento ereditato, posto a 30 chilometri da quello utilizzato da moglie e figli e dalla sua sede di lavoro).

In tal modo, si accorgera' di realizzare altri risparmi d'imposta. Infatti la nuova casa, costituendo per lui "abitazione principale", non sara' piu' soggetta ad imposte erariali (prima scontava, all'aliquota del 43%, un'imposta Irpef di 286 euro ed all'aliquota del 2% addizionali comunali e regionali di 13 euro, il tutto per complessivi 299 euro), e non sara' soggetta nemmeno ad Ici (prima, ad una aliquota del 7 per mille, l'abitazione incideva per circa 350 euro).

Tra l'altro, presentando al (nuovo) Comune di residenza apposita istanza, otterra' una riduzione della Tarsu perche' il proprio nucleo familiare risultera' composto da una sola persona e tale minor esborso, diverso a seconda di quanto stabilito dal relativo regolamento comunale, di norma sara' almeno pari (quando non sara' superiore) all'aggravio derivante dal contestuale venir meno della riduzione prima spettante quale titolare di abitazione "a disposizione". Alla fine del conto, tralasciando la Tarsu, il signor nostro contribuente risparmiera' 5.168 euro (4.519 + 299 + 350). Il che vorra' dire aver aumentato il proprio stipendio netto mensile di 430,66 euro per dodici mensilita'.