L'omicidio di Sarah Scazzi


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Sabrina fermata per sequestro di persona e concorso in omicidio

Stamattina la conferenza stampa degli inquirenti Sarah e Sabrina

Svolta nell'inchiesta per l'omicidio di Sarah Scazzi. Ieri sera al termine di un lungo interrogatorio è stata fermata per concorso in omicidio e sequestro di persona Sabrina Misseri, la figlia di Michele, lo zio di Sarah attualmente in carcere per l'omicidio della ragazza di Avetrana.

Stamattina a Taranto è stata convocata una conferenza stampa in cui gli investigatori forniranno altri elementi sulla morte di Sarah Scazzi e, in particolare, sulle ragioni che hanno portato al fermo della cugina Sabrina, che ha trascorso la notte in carcere.

Michele Misseri, che ieri mattina aveva guidato gli investigatori in un sopralluogo nel garage dove Sarah sarebbe stata uccisa, avrebbe chiamato in causa la figlia, fino allora coperta. Sabrina, convocata quindi dagli inquirenti come persona informata dei fatti, alle 16.30 era già sentita dagli investigatori in presenza del suo avvocato.

Un'auto poi in serata l'ha portata in carcere. Il suo legale, Vito Russo, ha dichiarato che il movente sessuale dell'omicidio non riguarderebbe Sabrina "a prescindere dal fatto che finora non è emerso alcun movente da parte di Sabrina, e questa è secondo me la carenza" investigativa, ha spiegato il legale.

L'avvocato ha aggiunto che adesso si spera di avere al più presto un confronto tra padre e figlia: "Ho chiesto alla Procura di formalizzare un incidente probatorio per mettere a confronto le lacunose versioni che Michele Misseri ha dato". Quanto alla futura strategia difensiva, l'avvocato non ha escluso che venga basata sulle diverse versioni fornite da Michele Misseri.

Sabrina Misseri, nella vicenda della scomparsa di Sarah Scazzi, ha avuto sempre un ruolo importante. Era con lei che, quel tragico pomeriggio del 26 agosto, Sarah aveva appuntamento per andare al mare, come aveva dichiarato decine di volte nei 42 giorni del mistero della scomparsa della 15enne.

Sabrina, assieme ad un'amica, l'avrebbe attesa anche affacciandosi piu' volte dal balcone della villetta di via Deledda, dove la cugina doveva raggiungerla, e chiamato Sarah al suo cellulare, senza però ottenere risposta. Poco dopo la ragazza allertò i familiari di Sarah, e da quel pomeriggio cominciarono, dopo la denuncia ai carabinieri, le affannose ricerche.

E solo dopo 38 giorni lo zio di Sarah, Michele Misseri "trova" il cellulare della nipote, tra le ceneri di sterpaglie in un podere dove ha lavorato alla periferia della cittadina. Un ritrovamento che da subito imprime una svolta nelle indagini, e che porta gli inquirenti a numerosi interrogatori dell'uomo che, dopo aver fornito versioni differenti ed esser caduto in contraddizioni, ammette l'omicidio e la notte del 7 ottobre svela il luogo dove è sepolto il cadavere della nipote.