Atlante delle crisi


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Pakistan, l'emergenza più grave

Due mesi da alluvione, è ancora crisi pakistan1_296

L'emergenza non si arresta in Pakistan in seguito alle alluvioni dell'estate. La situazione continua ad essere disperata nel distretto di Thatta, nella provincia del Sindh, mentre le acque cominciano lentamente a ritirarsi nel Punjab.

L'equipaggiamento sanitario e per costruire i campi per gli sfollati dipendono soprattutto dagli aiuti stranieri che tuttavia arrivano con lentezza. L'Onu esorta i donatori a fornire più rapidamente i fondi promessi.

E intanto i talebani del Paese affermano che il governo non deve accettare aiuti internazionali perché vengono da "nemici dell'Islam".

"Servono aiuti primari e medicinali per milioni di alluvionati, altrimenti nei prossimi mesi avremo un'altra ondata di morti", afferma il rappresentante dell' Organizzazione mondiale della sanità a Islamabad, Guido Sabatinelli, denunciando la negligenza con la quale la comunità internazionale sta affrontando l'emergenza in Pakistan: "Con le dichiarazioni di intenti dei governi non si comprano medicinali".

Anche l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) afferma che a due mesi dalle prime alluvioni la situazione resta critica in diverse zone del Paese.

Sono 21 milioni, secondo i dati dell' Unicef, le persone colpite dalle catastrofiche inondazioni in Pakistan: una popolazione equivalente a quella di Belgio, Austria e Svizzera messe insieme. Il bilancio provvisorio dei morti è di 1.670.

Milioni di sfollati, per metà bambini, dipendono totalmente dall'aiuto umani- tario. Secondo l'Unicef, bisogna occuparsi con la massima urgenza soprattutto dei 3,5 milioni di bambini a rischio. L'onda di piena dell'Indo, il grande fiume che attraversa il Paese, scendendo verso il mare,potrebbe sommergere di più la regione meridionale del Sindh.

In carenza di acqua pulita, si diffondono malaria e diarrea. E nonostante gli enormi sforzi per aiutare la popolazione,l'Unicef è consapevole che ancora la maggior parte di coloro che ne avrebbero bisogno non sono stati raggiunti.

Semplicemente le scorte non sono sufficienti per i milioni di persone in stato di necessità: un numero di gran lunga superiore a quello delle più grandi emergenze umanitarie degli ultimi anni. L'Unicef ha rivisto l'appello iniziale per una raccolta fondi di 141 milioni di dollari, portando la cifra a 252 mln per gli interventi nell'arco di 1 anno. L'agenzia Onu ad oggi ha carenza di finanziamenti per 161 mln di dollari.

Nella provincia del Sindh dove il lago Manchar ha sommerso vaste zone, restano immensi,secondo Medici senza Frontiere, i bisogni di assistenza medica, acqua potabile e ripari, ed aumenta il numero dei bambini malnutriti sotto i 5 anni di età.

L'organizzazione umanitaria nelle provincie colpite (Sindh, Balucistan, Punjab, Khyber Pakhutunkhwa) sta distribuendo tende, sta costruendo nuove basi in luoghi raggiungibili solo in barca, sta fornendo beni di prima necessità e prestando assistenza sanitaria attra- verso le cliniche mobili. Ovunque i medici di Msf stanno constatando un aumento della malnutrizione infantile.