L’emozione di pilotare la Lotus Evora

Il fascino tutto britannico della nuova Lotus. Una vettura realizzata per andare su strada, ma è 'pronta' per andare in pista evora1_296

di Luigi del Giudice

La Lotus Evora è una vettura costruita sì per andare su strada, ma è “pronta” per la pista, come una vera auto da competizione. Guidarla suscita una grande emozione. Perché nel guidare una Lotus Evora, non c’è solo l’emozione di viaggiare, ma, principalmente, quella di guidare, anzi pilotare questo concentrato di sportività.

E’ difficile poter descrivere bene cosa si prova al volante della Evora. Le emozioni e le sensazioni sono tante e diverse. Quelle più immediate sono lo scatto felino e la velocità, che fanno pensare a un vero decollo da terra, e l’eccezionale frenata, dolce ma molto efficace. La imponente accelerazione fa avvicinare l’auto velocemente a chi ci precede che, poco dopo, si allontana a “gran velocità”.

Non a caso, è stata disegnata per far emergere sulle altre il suo tono più che sportivo. Il suo abitat naturale, come detto, è la pista. Ma anche sulla strada si muove bene con il suo raggio di sterzata ai massimi livelli e riesce a soddisfare abbastanza chi guida per le sue performances eccezionali. Non ha rivali in curva, dove non serve frenare e, dove, forse, è anche meglio accelerare. Il telaio, tipico delle vetture da competizione e caratteristica primaria della Evora, sembra voler incollare l’auto all’asfalto.

Il motore, elaborato da Lotus sulla base del 3.5 litri Toyota, è un vero gioiello di soddisfazione per chi ama la sportività. E’ elastico al punto che anche a 50 orari in sesta riprende la marcia senza il minimo accenno di sforzo. Nell’affrontare una curva l’auto ci regala una grande gioia nell’accelerare perché non si sposta di un millimetro dalla traiettoria voluta. Tutto, nella silenziosità, appena contrastata da un rombo piacevole, ma gradevole e non eccessivo. Insomma, guidare l’Evora è una vera e grossa soddisfazione per chi ama pilotare un’auto e vuole “sentirla”.

Si tratta di una vettura con una struttura del tutto nuova, sia nella sostanza che nel design, molto originale e di rara bellezza, in cui i tecnici hanno sempre fatto prevalere la sicurezza sugli altri elementi

A esempio, la velocità massima di 260 orari, ritenuta non eccessiva dai tecnici Lotus, è stata decisa per salvaguardare ulteriormente la sicurezza.

Ovunque ci si fermi con la Evora, c’è un continuo sentire tra complimenti e altro ancora. Richiama spessissimo gente che desidera guardarla da vicino. “E’ proprio ‘na bella machina…”, oppure è “Stupenda”, o, ancora “Ha una linea più bella di una…”. E altro ancora. C’è,poi, chi ci “disturba”, e ci chiede di metterla in moto, perché vuole sentire il rombo. C’è chi vuole guardarla all’interno e ce lo chiede. Nel complesso, andando in giro con la Evora, si prova l’ulteriore soddisfazione che deriva da questo smania della gente di volerla conoscere. Perché? “Perché è una Lotus”, ci dicono. E, in effetti, è sufficiente per far capire che si tratta di qualcosa di speciale.

La Evora è una due posti (c’è una versione due+due ma anch’essa è solo e soltanto per due), sufficientemente comodi e studiati per affrontare anche lunghi viaggi e restare abbastanza fermi nelle accelerazioni. E’ scomoda, anzi molto scomoda, per salire e scendere. Ma il tutto è compensato sempre dall’emozionante scatto.

Il solo difetto che abbiamo riscontrato è la vicinanza estrema tra i pedali del freno e della frizione e l’impossibilità di allungare bene il piede sinistro per la particolarità della costruzione dell’abitacolo, realizzato sempre in funzione super sportiva. Ma anche a questo ci si abitua facilmente e in pochi giorni.

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