Via libera del governo all'emendamento alla manovra che rinvia la restituzione delle tasse per i terremotati abruzzesi. Lo rende noto il comunicato di Palazzo Chigi diffuso alla fine della riunione del consiglio dei ministri.
Intanto, la giornata è stata caratterizzata dal consiglio comunale dell'Aquila riunito di fronte al Senato al lancio di pomodori di fronte alla Rai. Sale infatti la tensione fra i terremotati aquilani e i rappresentanti degli enti locali. L'assemblea comunale dell'Aquila, in testa il sindaco Massimo Cialente, i sindaci del cratere, il presidente della Provincia Antonio Del Corvo e tanti cittadini, sono venuti a Roma per dire forte e chiaro: non abbandonateci. Perche' e' cosi' che si sentono i 300 terremotati che con due bus e auto private, armati di cartelli e bandiere neroverdi, i colori dell'Aquila, hanno raggiunto la Capitale. ''Dateci una prospettiva - ha detto Cialente facendosi loro interprete -. Prima sentivamo il governo dietro di noi, ora non piu' ''. Il momento più forte della protesta si e' consumato quando un gruppo di manifestanti ha raggiunto Viale Mazzini e contro la Rai e' scattato il lancio di ortaggi e pomodori. ''Saremo molti di più - hanno promesso - alla nuova mobilitazione del 6 luglio'', quando, e' già deciso, ci sarà un altro corteo a Roma.
Prima della protesta alla Rai, a Piazza Navona era stato allestito un insolito consiglio comunale: lungo tavolo per la giunta aquilana, sedie di plastica per i consiglieri, dove hanno preso posto anche alcuni parlamentari, tra cui Anna Finocchiaro, Franco Marini, Elio Lannutti. Il senatore Stefano Pedica, Idv, si è presentato con una carriola. Dentro, piccole scatole di cartone, come mattoni, con scritto: cricca. ''Vado a scaricarli davanti alla sede della Protezione civile'', ha annunciato.
Quando ha preso la parola il senatore del Pdl, Filippo Piccone, sono partiti i fischi da parte di alcuni dei presenti. Lui ha interrotto il discorso. E allontanandosi ha dichiarato: ''Il problema della ricostruzione e' Cialente, e' un incapace. L'Aquila ha 2 miliardi a disposizione, ma non e' in grado di espletare le pratiche per utilizzarli''. ''Mente sapendo di mentire - replicherà piu' tardi Cialente -. Mandino un commissario dal ministero dell'Economia: i soldi li trovi lui''. Perche' sono proprio i soldi quello che manca, dicono le popolazioni colpite dal sisma, che ora chiedono certezze. Sulle risorse stanziate e soprattutto ''sulla presenza in cassa'', ha sottolineato Del Corvo, da poco eletto con il centrodestra alla guida della Provincia. ''Ora è arrivata anche la tegola dell'Inps - ha aggiunto Cialente -, che entro luglio e in un'unica soluzione vuole 6 mesi di contributi non pagati''.
Poi c'era il nodo tasse. ''Restituire in cinque anni quello che non abbiamo pagato grazie alle sospensioni concesse, per le nostre famiglie e' come avere un mutuo da pagare da 250 milioni in più rispetto agli altri cittadini''. I senza casa, ricapitola il sindaco, sono 32mila, parte stanno da amici e parenti, parte in alberghi. Ma gli alberghi ora chiedono il conto, ''50 milioni di euro o manderanno via la gente''. Problemi di fronte ai quali il Comune e' tornato a chiedere l'istituzione di una zona franca a sostegno delle imprese e una tassa di scopo. E ha decretato lo stato di agitazione permanente. Ma più di tutto pesa la mancata ricostruzione dell'Aquila: ''Ci hanno detto: non ora, aspettiamo sei mesi. Ma cosi' ci si sente come un condannato nel braccio della morte'', ha tuonato Cialente, puntando l'indice anche su un altro aspetto: su questo terreno, l'interlocutore non può essere la Protezione civile, perche' ''la ricostruzione non spetta a lei, ma al governo e agli enti locali''.