In Italia si mangiano a testa, in media, 92 chili di carne all'anno, una soglia appena inferiore a quella dell'eurozona (98 chili) e composta per circa un quarto da carne bovina (23 chili). Insomma, siamo piu' ''carnivori'' della Germania, regina del wurstel, del Regno Unito, fautrice del roast beef, e di diversi altri Paesi, dalla Svezia alla Grecia. E' quanto rileva Assocarni (l'associazione nazionale industria e commercio carni e bestiame) in base a dati Eurostat, aggiungendo che nella Penisola le previsioni sono per consumi stabili. Anche se il presidente dell'organizzazione, Luigi Cremonini, si aspetta un aumento per gli hamburger, che oggi rappresentano il 5% del consumo di carne bovina.
A margine del convegno 'L'allevamento per un mondo sostenibile' organizzato da Assocarni e Assalzoo, Cremonini ha spiegato ''il prodotto che ci da' piu' soddisfazione e' l'hamburger, che in Italia sta prendendo piede'', anche se la strada da fare e' ancora lunga, ''mentre negli Usa ben il 50% del consumo di carne bovina e' rappresentato da hamburger in Italia la quota si ferma al 5%'', ha sottolineato. C'e', quindi, spazio per crescere. ''L'Italia recepisce - ha osservato Cremonini - con ritardo abitudini che si sviluppano all'estero e che vengono soprattutto dagli Stati Uniti. Inizialmente fa un po' di resistenza ma poi si verifica un'esplosione''.
Quanto alle prospettive future, Cremonini, che e' anche il fondatore della Cremonini spa, ha, infatti assicurato ''la bistecca non manca mai sulle tavole degli italiani, d'estate come d'inverno''. Se in Italia il vice presidente dell'Assocarni, Luigi Scordamaglia, parla di ''consumi stabili'', al livello mondiale stima un ''aumento del 30-40% entro il 2025''.
Riguardo alla sicurezza del prodotto, il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, intervenuto al convegno, ha assicurato ''sulle carni c'e' un controllo costante, sicuramente non abbiamo problemi ne' per quanto riguarda i nostri allevamenti ne' per quanto riguarda la carne importata''.