Milano capitale della moda maschile


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Chiude con orgoglio la fashion week

Lo chic informale dominerà anche in città armani_milano_296

Uno dei grandi del “Made in Italy”, Giorgio Armani, ha chiuso a Milano la fashion week della moda maschile italiana per la primavera estate 2011. La scelta non è stata casuale. E’ la riposta orgogliosa che la Camera Nazionale della Moda Italiana ha dato dopo le polemiche dello scorso febbraio, quando le pretese della direttrice di Vogue America, Anne Wintour, resero più breve la settimana del prêt à porter femminile. Come a dire: giornate importanti quelle della moda italiana, fino all’ultimo, e ancora, quello che è successo qualche mese fa non si ripeterà, nessuno può condizionare la capitale della moda.

Giorgio Armani dunque. Il re dello chic intramontabile propone grandi novità, per un uomo che non sia più lo stesso, neanche in ufficio. In passerella colori forti, dal giallo al verde; giacche ridimensionate, più corte e smilze, anche quando sono doppiopetto, sopra a T-shirt e gilet attillati per valorizzare i pettorali . E le camicie? Via, scomparse, come da Gucci.

A “American Gigolò” si ispira invece la collezione di DSquared2, a ricordare gli anni ’80. Pantaloni a vita alta anche quando sono jeans, camicia sbottonata sul petto, foulard, occhiali da sole.

Ma il giorno prima hanno sfilato altri grandi. Zegna, che ha 100 anni e non li dimostra, con una doppia sfilata. Quella più classica: Ermenegildo Zegna, e la linea più giovane di Z Zegna. Il lino domina nella prima e quindi hanno un’aria più informale anche le giacche di taglio classico. I pantaloni sono ampi. I colori: azzurro polvere, bordeaux stinto, kaki, panna e ocra. Sfila anche lo yactman, con blazer blu e bottoni di metallo, del resto questo è il marchio del lusso! E poi lo smoking, che diventa rigorosamente bianco o blu. Abolito il nero. Più azzardato e creativo l’uomo di Z Zegna, con accostamenti insoliti e più trasgressivi. L’intera linea è più attillata. Giacca anche sui pantaloni corti, abiti sgualciti e aria ironica, anche un po’ scanzonata. I colori: grigio, azzurro,nero antracite con punte di arancio e terracotta. Al temine delle sfilate l’intera famiglia Zegna in passerella, nel ricordo del capostipite Ermenegildo, con l’87enne Angelo, figli e nipoti.

Poi Gucci. La stilista Frida Giannini propone una linea che sembra pensata più per il tempo libero. Sahariane in cotone, lino, pitone e vacchetta, sbottonate sul petto nudo scolpito, al collo un foulard, quasi abolite le camicie, molte le T-shirt e maglie extra large. Il tutto corredato da borse magnifiche. E ancora Etro con stampe sulle camicie, sulle giacche, sui pantaloni, anche bermuda, e trench leggerissimi. Piante regalate agli ospiti per rendere più verde la città.

John Richmond. Disegni hard sui gilet, giacche con la scritta:”The love is drug”, dettagli militari. Collezione rock, trasgressiva, con grinta. Così come quella di Moschino, con borchie su giacche e giubbotti.

A contrasto, esclusivi e sartoriali gli abiti di Canali. I colori classici: dal beige al verde sottobosco, con tocchi brillanti color senape. L’uomo in cashmere Ballantyne la prossima primavera sarà un dandy urbano. A Milano, in quattro giorni concentrata l’essenza dell’eleganza maschile.

(R. P.)