Qualche incoraggiante segnale di ripresa economica arriva da Firenze. L’edizione di Pitti Immagine Uomo, che si è chiusa la scorsa settimana, ha registrato 19.200 compratori, con un exploit dall’estero a segnare un notevole +12%. “E’ stata un’edizione molto migliore di quello che ci aspettavamo” ha detto l’amministratore delegato di Pitti Immagine, Raffaello Napoleone. Il testimone passa ora a Milano Moda Uomo e si respira aria di moderato ottimismo.
Del resto Mario Boselli, presidente della Camera nazionale della moda italiana, rieletto per la quarta volta lo scorso aprile, non ha mai nascosto le difficoltà di una crisi mondiale che, come uno tsunami, ha investito nel 2008- 2009 anche il mondo della moda. Ma i segnali di un’inversione di tendenza non mancano: il dollaro più forte che sicuramente aiuta l’export, e l’eccellenza dei prodotti italiani che non solo sono belli, ma anche ben fatti, con ottimi materiali e curati nel dettaglio. Nel corso di queste manifestazioni gli operatori possono toccare con mano i tessuti e constatare direttamente le rifiniture più sofisticate e l’incremento delle presentazioni indica che il settore dell’abbigliamento è vitale e c’è l’impegno delle nostre aziende a promuoverlo nel mondo. Scriveva Boselli nella relazione annuale alla Camera nazionale della moda nel 2009: ”Si è parlato di una crisi a V, rapida caduta e rapida ripresa. La cito per dire che fin d’ora possiamo escludere che sia così. Si è paventata una crisi a L, rapida discesa e una lunga fase di stagnazione…La più probabile soluzione della crisi sarà caratterizzata da una U asimmetrica , nel senso che la crisi potrebbe vedere qualche segnale di ripresa.., per tornare in tempi medi (2/3 anni?) ai livelli pre-crisi”. La previsione a un anno di distanza sembra essere stata centrata.
Rischiarare di colpo il buio della crisi mondiale non è possibile, ma cominciano a esserci bilanci con segno positivo nel “fashion system” e segnali di una cauta ripresa nel primo trimestre del 2010. Nel 2009 c’è stata una “contrazione senza precedenti, afferma Boselli. Il comparto della moda maschile ha avuto un calo di fatturato pari al -11,3 rispetto al 2008 ma quest’anno, dai dati di Confcommercio relativi al- l’abbigliamento e alle calzature, emerge ancora una contrazione nei consumi di aprile, ma di solo il -0,6%. Di gran lunga la più bassa rispetto ad altri settori. E’ il segno concreto che la moda interessa, e molto. Gli ordini per le collezioni maschili autunno-inverno2010/11 hanno rimesso in moto la filatura e Boselli auspica per il 2010 “un recupero stimabile in + 6,5%”. Alcune importanti griffe italiane già possono vantare fatturati positivi e tutti sottolineano che il segreto è nella qualità dei prodotti offerti al mercato internazionale. Capi che durino e il cui acquisto regali un’emozione, perché realizzati per clienti che vogliono design e contenuti.
La guerra alla contraffazione diventa a questo punto centrale per difendere la qualità del “made in Italy”. Il giro d’affari legato ai falsi è enorme. Saverio Moschillo, che ha ricevuto dalla Camera nazionale della moda italiana, di cui è vicepresidente vicario, la delega della lotta alla contraffazione dichiara: ”Concepire, realizzare e definire in Italia ogni nostro prodotto difendendone l’identità resta la strada vincente per superare ogni crisi”.
(R. P.)
Nella foto: Mario Boselli insieme al Sindaco di Milano, Letizia Moratti, e allo stilista Giorgio Armani, in una immagine del 2006. (Foto Archivio Ansa)