SudAfrica 2010


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L'incubo delle vuvuzelas

Prima dell’avvio del mondiale le apparentemente innocue trombette brandite da tutti i fan sudafricani sembravano una divertente nota di colore. Il termine di derivazione zulu significa 'fare rumore' e mai etimologia fu più appropriata h

 

di Marco Rossi

Prima dell’avvio del mondiale sudafricano le vuvuzelas, quelle apparentemente innocue trombette brandite da tutti i fan sudafricani, sembravano una divertente nota di colore. Alla prova dei fatti lo strumento è diventato un incubo. Il termine di derivazione zulu significa “fare rumore” e mai etimologia fu più appropriata. Tutti, a partire dai giocatori che non sentono i fischi dell’arbitro e le direttive dei tecnici, per finire ai commentatori e agli spettatori televisivi, non ne possono più.

Da prima della gara fino al termine sembra di giocare all’interno di un alveare impazzito e se chi sta a casa può scegliere di abbassare il volume, chi sta in campo deve sopportare o se può ricorrere ai tappi per le orecchie. Il bello,o il brutto, è che per i sudafricani sono parte imprescindibile della partita e le vuvuzelas sono difese come ricordo della tradizione dei capi zulu che chiamavano a raccolta le tribù nelle occasioni importanti , quindi nessuno è disposto a rinunciare all’uso dell’infernale strumento.

Danny Jordaan, presidente del comitato organizzatore, ammette che le vuvuzelas potrebbero essere bandite dagli stadi dopo la valanga di proteste pervenute:”Un divieto? Se ci sono le basi per farlo sì. Noi abbiamo provato a mettere un po’ d’ordine,chiedendo di non suonarle durante gli inni nazionali o durante gli annunci ufficiali. E’ difficile, ma stiamo cercando di gestire la situazione nel miglior modo possibile. Preferirei che i tifosi cantassero perché i cori portano sempre un’atmosfera meravigliosa “.

Finora sembra una pia illusione e il ronzio infernale comincia alle 6 del mattino fuori dagli stadi e nelle città per proseguire fino a tarda notte. Ma l’incubo potrebbe non finire qui: già si cominciano a vedere riproduzioni del diabolico strumento in qualche bancarella nostrana. Provate a immaginare se il fenomeno venisse esportato negli stadi italiani: oltre alla tessera del tifoso per i frequentatori del calcio bisognerà inventare anche l’indennità audiolesi .