Piuttosto tagliano su altre spese, ma al buon bere non rinunciano: in tempo di crisi gli eno-appassionati selezionano con oculatezza i propri piaceri, ma riservano al vino un posto d'onore. Il 45% degli amanti del nettare di Bacco negli ultimi due anni ha comprato lo stesso numero di bottiglie rispetto al passato, e il 47% ha riservato alla propria passione il medesimo budget. La differenza principale rispetto al passato però è che tutti ricercano il rapporto qualità/prezzo e non si fanno più incantare dalle griffe.
Questi i risultati del sondaggio di www.winenews.it e Vinitaly, volto ad indagare gli effetti della congiuntura economica negativa sulle abitudini di consumo degli amanti del buon bere. Negli ultimi due anni, segnati dalla crisi, solo il 36% ha comprato meno vino, mentre il 19% ne ha acquistate addirittura di più.
Non e' solo una questione di quantità: sempre negli ultimi due anni, il 47% ha destinato all'acquisto di vino lo stesso budget pre-crisi, il 32% ha speso di meno, mentre il 21% ha speso di più. Ma quanto si e' disposti a pagare mediamente per una bottiglia di vino? Il 25% spende meno di 10 euro, il 44% si trova a proprio agio con cifre che vanno da 10 a 20 euro, il 18% da 20 a 30 euro, il 9% da 30 a 40 euro, il 3% da 40 a 50 euro, e solo l'1% e' disposto a spendere oltre 50 euro.
Quello che e' cambiato e' l'atteggiamento generale: nessuno getta più al vento i propri soldi, e puntare su bottiglie caratterizzate da un buon rapporto qualità/prezzo è diventata la regola universale. Moltissimi quelli che rifuggono dalle griffe, e vanno alla ricerca di etichette poco conosciute, economicamente abbordabili e di buon livello qualitativo. Così c’è chi cerca il nuovo e chi, al contrario, punta su vini conosciuti e ampiamente sperimentati, ma ciò che accomuna tutti è una decisa presa di distanza da vini lussuosi e vini-icona in favore di etichette del territorio.