Oggi giornata mondiale degli oceani


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Petrolio e pesca, a rischio il 99% delle acque

Dalla marea nera danni per oltre 50 anni oceano_balena_296

Il petrolio (sia per le attività estrattive che per il trasporto su navi), la pesca eccessiva, le navi 'carretta' e la distruzione di coralli. Sono questi i rischi maggiori per i nostri mari, minacciati per il 99% del totale, cioè tutti eccetto quelli sottoposti a vincolo di tutela, che sono solo l'1%.

E' con questo spirito che il Wwf si appresta a celebrare la giornata mondiale degli Oceani, prevista oggi fin dall'istituzione nel 1992 a Rio de Janeiro. Quello che preoccupa in questo momento l'associazione del panda è quanto sta accadendo nel Golfo del Messico. Sulle coste della Louisiana si sta infatti consumando ‘uno dei più pesanti disastri ambientali mai subiti dal Pianeta che avrà conseguenze sugli ecosistemi marini e costieri per almeno 50 anni’.

Il rischio petrolio riguarda però anche la circolazione di navi oceaniche, spesso vecchie e malridotte, adibite al trasporto del petrolio, come nel caso della 'Exxon Valdez' (nel 1989 si infranse su uno scoglio dell'Alaska). Secondo il Wwf sarebbe necessario mettere in campo valutazioni di rischio che includano la previsione e la quantificazione dell'enorme danno ecologico e socio-economico in caso di disastri nel settore delle attività estrattive.

Quasi la totalità degli oceani, dice il Wwf, è solcato da ‘rapaci flotte pescherecce, petroliere e carrette dei mari, anche se dalla gestione delle risorse marine dipendono 170 milioni di posti di lavoro e una rete di 520 milioni di persone’.

Entro il 2012 il Wwf chiede l’istituzione di aree marine protette, ecologicamente rappresentative ed efficacemente gestite. E i governi che a ottobre si incontreranno a Nagoya, in Giappone, per la conferenza sulla biodiversità, dovranno raggiungere ‘un accordo per proteggere ulteriormente aree di particolare importanza ecologica per la tutela dei mari aperti’.

In Italia, afferma l'associazione del Panda, sono stati compiuti sforzi per aumentare la protezione delle acque nazionali con l'istituzione di quattro nuove aree marine protette in Abruzzo, Toscana, Sicilia e Campania.