di Luigi del Giudice
Il primo passo è la volontà di costruire un’automobile, che si traduce con una commessa a un centro di design. Ma non è raro il caso in cui lo stesso centro di design decida di realizzarne una di sua iniziativa. Come fatto da I.De.A., un importante istituto di design torinese, per Sofia, una stupenda ammiraglia, che si fa notare proprio per le linee avvolgenti. Alla volontà di della direzione di I.De.A. di voler costruire una vettura, il responsabile del centro design dell’istituto, Umberto Palermo, avanza subito una proposta ben articolata. Una berlina di grandi dimensioni, in linea con le indicazioni dell’istituto, sobria. Elegante e raffinata.
Ma prima di porre la matita su un piano di disegno, c’è una fase che precede. Essa consiste in “una sorta di analisi scientifica” –come ci spiega Alessandro Monticone, responsabile marketing di I.De.A. “Si studia l’azienda per cui si lavora –dice- e si studia il mercato su quel determinato progetto per poter dare al designer le indicazioni necessarie per costruire qualcosa che soddisfi le esigenze dei clienti e sia, al tempo stesso, di prestigio e possa comunicare l’immagine dell’azienda di designer”.Qual è il motivo che ha spinto Palermo a scegliere una berlina importante? Perché proprio un’ammiraglia?
“Ho voluto confrontarmi su un tema difficile per il vasto numero di concorrenti e misurarmi, così, con i designer di altre grandi aziende. Il tema dell’auto da costruire –dice Palermo- si decide in modo molto preciso. Poi, si comincia. E nel rinnovamento che si apporta con il disegno non va mai trascurata la caratteristica dell’azienda, che deve emergere immediatamente. Inoltre, si deve trovare sempre una ragione di questo nuovo prodotto”. “Sofia, questo il nome dell’auto di I.De.A. Istitute, è stata costruita per mostrare al pubblico e, ancor più, alla nostra clientela, per far parlare delle capacità del nostro istituto. Sofia è un prodotto estremamente funzionale che si distingue subito per le sue forme accarezzate dal vento, quasi come se il disegnatore l’avesse cesellata con le proprie mani a mò di scultura. Proporre, insomma, un’auto che dia soddisfazione emozionale. E’ una berlina-coupé, ingiustamente definita coupé. Perché, si sa, un’auto a quattro porte è una berlina”.
“Sofia è disegnata su tre linee fondamentali” –ci dice Palermo. “La prima linea è la pianta, vale a dire, i fianchi, che la rendono molto affusolata. La seconda è quella linea ideale che congiunge le superfici vetrate alle porte, somigliante a un gomito, e che fa pensare a un’estensione dei vetri sulle lamiere.
La terza linea, più volume che linea, sono i parafanghi, definiti esterni, cioè che sembrano fuoriuscire dal resto della carrozzeria, come quelli di un tempo, tipici della Torpedo e altre ancora dell’epoca. Un concetto, poi, rivoluzionato da Pininfarina con la Cisitalia, in cui integra i parafanghi nella carrozzeria. Un concetto bellissimo, che, però, spesso è diventato sterile in altre realizzazioni. Ho tentato di riportare i parafanghi all’esterno, rendendoli abbombati rispetto al punto centrale. Un po’ come in una bella donna i fianchi rispetto alla vita”.
Segue, poi, la fase, ancora virtuale, “di trasporre il modello in 3D, cioè una sorta di evoluzione del modello disegnato in forme più arrotondate per valutarne meglio le proporzioni”. “A questo punto si entra nella fase della modelleria. A I.De.A. c’è un reparto, guidato dalle mani esperte di Filippo Donato e Paolo Intaia, che traduce il modello in 3D nella realtà, cioè nelle tre dimensioni X, Y e Z, cioè lunghezza,larghezza e altezza”. Infine, torna la mano del design per le eventuali modifiche delle linee, dei volumi e dei dettagli”.
Ma che interno ha Sofia?
“Sofia, per esigenze diverse, non ha una costruzione degli interni. Una decisione che non mi ha permesso di costruire un abitacolo estremamente innovativo, tutto basato sull’ergonomia, come per rilassare il collo durante la guida. Insomma, avrei voluto disegnare un salotto ergonomico. Perché la mia idea era di fare un abitacolo che lasciasse il segno. Futurista, ma reale. Per oggi e per domani”.Il prototipo Sofia
Sofia nasce per dare continuità al rinnovamento, iniziato nel 2007, da I.De.A. Institute. E’ un lavoro del nuovo design center e della storica maestrìa dei modellatori e dei costruttori dal fascino tutto italiano. E’ una sorta di continuità con il precedente modello, Era, per le ispirazioni che derivano dalle forme femminili: i fianchi, lo sguardo e l’eleganza. Sofia è un concentrato di sportività e eleganza, con curve armoniose e linee morbide e sinuose, che scolpiscono il volume, esaltando i parafanghi anteriore e posteriore. La visione in pianta evidenzia una prospettiva sinuosa che ripropone i fianchi di una donna. E’ una vera esaltazione dell’italianità dello stile.
E’ predisposta per un motore a 8 cilindri, con trazione sia anteriore, sia posteriore. Può essere anche in configurazione ibrida, con un motore endotermico abbinato ad un alternatore/attuatore elettrico.
E’ lunga 5.097 millimetri. E’ larga 2.006mm, alta 1.381 mm. Il passo è 3.064 mm. Il telaio è in monoscocca in acciaio. Il motore elettrico, eventuale, per la versione ibrida è nella zona posteriore. Potenza possibile: fino a 400 cavalli. Circa 100 nella versione ibrida. Il cambio è manuale sequenziale a 6 rapporti. Le batterie di accumulatori al litio Polimeri. Ospita quattro persone. Può funzionare in modalità totalmente termica, totalmente elettrica o mista.
Chi è Umberto Palermo
Il designer di Sofia, Umberto Palermo, è un giovane di 37 anni, siciliano, stravagante al punto da concedersi un suo modo particolare con una fare da artista qual è. Sin dalla giovinezza pone attenzione al design, all’architettura e alla pittura per le passioni che si scontrano nel suo interno. E proprio questo suo sentire le emozioni verso la bellezza che lo trasformano in un artista creativo, perché è sempre alla ricerca del nuovo, purché sia bello e elegante, oltre che raffinato. All’interno dell’istituto torinese attua un piano di diversificazione del design, conquistando per I.De.A. nuovi clienti. Soddisfatto per le sue costruzioni automobilistiche, “Era” e “Sofia”, esposte a distanza di un anno a Ginevra, dove hanno avuto riscontri positivi da critica e pubblico, Palermo ci svela l’obiettivo di voler far diventare I.De.A. il nuovo polo del design italiano, puntando anche sul disegno industriale e quello d’interni. Insomma, come alcuni illustri predecessori, vuole partire da Torino per conquistare il mercato italiano e quello mondiale. Del resto, il suo curriculum lo descrive come chi ha affrontato già molte esperienze a vari livelli, in particolare sulle auto, e con grandi aziende.