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Una strada senza uscita

Le attività della Guardia di Finanza di Taranto contro l'usura gdf_euro_296

Forse è lo sfruttamento più antico del mondo, da sempre combattuto e “guardato a vista”. Di sicuro è un fenomeno che nel corso dei secoli ha raffinato le metodologie ma anche alzato la soglia di rischio per le vittime.

L’usura, il sistema che attanaglia i malcapitati in una strada senza via d’uscita. Nel corso degli ultimi decenni ha raggiunto in Italia cifre da capogiro e si è evoluto, passando da un controllo della criminalità organizzata a “strozzini” in giacca e cravatta con la tentazione forte di aumentare le loro fortune. Lo sa bene il colonnello Nicola Altiero, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Taranto, che ha stretto la morsa contro gli usurai di questo angolo di Puglia che sempre più spesso cercano di sfuggire ai controlli.

“Siamo passati in questi ultimi anni a una sorta di usura di quartiere, persone diventate nel tempo ricche grazie a traffici illeciti, che ora prestano soldi a amici, parenti e ovviamente a chi è affogato dai debiti”. Il colonnello Altiero, che ha al suo attivo centinaia di operazioni contro la criminalità organizzata, spiega così il nuovo identikit dell’usuraio.

“Ci imbattiamo sempre più spesso in ex contrabbandieri di sigarette, spacciatori che ora cercano di riciclarsi prestando denaro. Hanno capito il bisogno crescente nella gente e approfittano. La crisi economica, il livello di disoccupazione, la disperazione portano sempre più spesso la gente a indebitarsi. Ovviamente queste persone non hanno possibilità di accedere a prestiti degli istituti bancari e si rivolgono agli strozzini”. Negli ultimi due anni la Guardia di Finanza di Taranto ha segnalato all’autorità giudiziaria 42 persone, di cui 15 sono state arrestate, ha sequestrato beni mobili e preziosi per oltre 20 milioni di euro e 32 immobili. “Per contrastare l’usura stiamo lavorando sempre di più sugli averi degli strozzini. Cerchiamo di incidere, così come avviene per la criminalità organizzata, sul patrimonio di questi soggetti. Il nostro lavoro si concentra soprattutto sulla ricostruzione delle transazioni tra vittima e usuraio e sull’impiego dei proventi del reato. Per esempio l’acquisto di negozi, l’impiego di ingenti capitali per nuove attività commerciali, appartamenti, auto. Un lavoro difficile ma che ha dato degli ottimi risultati”.

Nonostante l’attività delle Fiamme Gialle, non è facile ricevere aiuto spontaneo dalle vittime dell’usura. Molto spesso, quasi come in una sorta di “sindrome di Stoccolma”, gli usurati “coprono” i loro aguzzini. Durante le indagini, per esempio, anche di fronte a evidenti intercettazioni telefoniche, le vittime una volta interrogate dalle Fiamme gialle, cercano di fornire indicazioni utili agli usurai. Anche perché per loro sono, il più delle volte, l’unico punto di riferimento per reperire denaro. Apparentemente le vittime ricevono assistente da questi soggetti ma l’usura, come sottolinea più volte il colonnello Altiero, “è una strada dalla quale non si esce più”.

Basta controllare le statistiche per rendersene conto. Gli unici che sono riusciti a uscire dal vicolo cieco dell’usura sono quelli che l’hanno denunciata e sono riusciti a ricevere aiuto dal Fondo di solidarietà per le vittime dell’usura. Senza questa possibilità è un’impresa che non consente “ossigeno”. Con tassi del 15-20% mensile, che significano qualcosa come il 600% annuo, chiedere un prestito anche di 10 mila euro, significa accumulare interessi su interessi che trasformano quella che apparentemente è una cifra contenuta in una somma che difficilmente si riuscirà a rimborsare. Anche perché ogni giorno di ritardo nel pagamento della rata significa accumulare altri interessi.

Soldi che si aggiungono ad altri soldi e che alla fine si trasformano in un incubo dal quale è difficilissimo uscire. Da qui l’appello del colonnello Altiero: “Non cadete nella trappola degli usurai, quelli che si spacciano per benefattori, che vogliono apparentemente aiutarvi. E’ una strada da cui è difficile uscire”.

>>> Guarda la video intervista al colonnello Nicola Altiero