di Mario Papetti
Sono tantissime. Grosse, veloci e affamate. E divorano tutto: vigneti, cereali, germogli, orti e frutteti. Per gli agricoltori un vero flagello. Sono le cavallette. E da alcuni giorni hanno fatto la loro lucubre comparsa sui colli Euganei, in Veneto. Distrutti interi raccolti. "La situazione - afferma Walter Lucchetta, direttore della Coldiretti di Padova - è estremamente grave. Stiamo molto attenti a non sottovalutare un fenomeno che potrebbe causare nel giro di pochi giorni danni irreversibili alla nostra agricoltura. Non c'è tempo da perdere. Provincia e Parco Colli devono mettere in atto già dalla prossime ore tutti i provvedimenti necessari per arginare l'invasione delle cavallette".
A seguito delle piogge abbondanti, affermano gli esperti, il numero delle locuste si è moltiplicato. I cambiamenti climatici in atto favoriscono, tra l'altro, la diffusione rapida e incontrollata di insetti dannosi per l'agricoltura. Talvolta le cavallette giungono a formare sciami di cinquemila individui, che si estendono dai 30 ai 90 chilemtri quadrati. "Il problema è serio - sottolineano alla Coldiretti - non si tratta di un 'semplice fastidio' per ristoratori e albergatori o per turisti e escursionisti, ma di una e vera e propria emergenza per le colture dei Colli Euganei. In questi giorni di caldo umido le cavallette si sono moltiplicate a dismisura e sono affamate. Al momento - precisa la Coldiretti - privilegiano le foglie dei vigneti con numerose qualità Doc e di alta qualità e le piante di mais che sono nella fascia critica di crescita".
E nel Lazio un batterio falcidia i kiwi
Colpa di un microrganismo, il Psa (Pseudomonas syringae actinidiae ) che sta falcidiando piante e raccolti, soprattutto nell'agro pontino. "L'andamento climatico di questi ultimi anni - afferma Confagricoltura - caratterizzati da una lunga stagione fredda accompagnata da piogge, ha creato un terreno fertile per la proliferazione di questo batterio, particolarmente aggressivo. La virosi si sta diffondendo molto velocemente, creando allarme per una coltivazione di grande valore economico: oltre il 30% della produzione nazionale è nel Lazio.
Il batterio attacca violentemente le piante che, prima di morire, pare 'grondino sangue' in quanto hanno una essudazione di colore rosso vivo". Nelle zone di Latina e dei Castelli ad essere più colpita è la varietà "gialla". Il grado di infestazione del batterio ha, secondo gli esperti di Confagricoltura, una progressione spaventosa, con una perdita del 70% del raccolto. Un kiwi su tre è andato a male. Tradotto in cifre si parla di una produzione di oltre 160.000 tonnellate. Il kiwi, di origine neozelandese, si è "naturalizzato" nel nostro paese, dove ha trovato clima e terreni particolarmente adatti alla coltivazione. L'Italia ha infatti il primato mondiale in termini di produzione ed esportazione. La coltivazione è concentrata soprattutto nel Lazio, seguito da Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna dove si è registrato una diminuzione del raccolto del 30-40% a causa delle gelate.