Marea nera


Stampa

Rioprende l'operazione 'Top kill'

Sparato fango, ora sigillare con cemento. Cautela da Bp: bisogna aspettare. Gli Usa verso lo stop alle trivellazioni nell'Artico g

Dopo uno stop di 16 ore, è ripresa la scorsa notte l'operazione 'Top kill', per la chiusura definitiva del pozzo della Bp nel Golfo del Messico. La lunga interruzione sarebbe stata dovuta a risultati che non apparivano ''sufficienti'', hanno spiegato dalla società petrolifera, che ha scelto di fermarsi per capire come rendere più efficiente l'operazione. Dalla Bp trapela comunque cauto ottimismo. Oggi il presidente americano Barack Obama si recherà per la seconda volta in meno di un mese sul luogo del disastro ambientale, in Lousiana. A Settimo Torinese un'azienda piemontese presenterà con una dimostrazione dal vivo la sua soluzione per assorbire il petrolio disperso in mare.

Il gruppo Bp ha dichiarato che la marea nera provocata dall'affondamento della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel golfo del Messico gli è già costata circa 930 milioni di dollari, oltre 750 milioni di euro.

La rabbia di Obama: stop alle trivelle, Bp paghi
Per esprimere la sua collera Barack Obama fa parlare la figlia. "Hai tappato il pozzo, papà?": citando Malia, 12 anni, il presidente degli Stati Uniti fa proprie la rabbia e le angosce degli americani nei confronti della Bp, che pagherà fino all'ultimo centesimo per la marea nera senza precedenti nel Golfo del Messico. Nella East Room della Casa Bianca, Obama è alle ultime battute della conferenza stampa più lunga della sua carriera (oltre un'ora), durante la quale il presidente annuncia una nuova lunga moratoria nelle trivellazioni offshore, ribadisce che la Bp pagherà fino all'ultimo centesimo per "il peggior disastro ambientale" della storia degli Usa e accusa ancora una volta l'industria petrolifera di essere "spesso corrotta". Obama - che domani si recherà per la seconda volta in meno di un mese in Lousiana - ha in realtà voluto soprattutto difendersi dalle accuse di essere intervenuto troppo tardi e con poca decisione spianando la via ad un dramma alla Katrina, l'uragano che nel 2005 mise in ginocchio New Orleans e portò ai minimi la popolarità del suo predecessore George W. Bush.
E mentre le cifre snocciolate dagli esperti Usa prospettano una marea nera grande il doppio rispetto a quella del 1989 in Alaska con il naufragio dell'Exxon Valdez, Elizabeth Birnbaum, la responsabile dei Mineral Management Services (Mms, che dà il via libera alle trivellazioni), lascia l'incarico, verosimilmente licenziata dal ministro dell'interno Ken Salazar. "Eravamo lì sin dal primo giorno", ha detto Obama nella conferenza stampa, respingendo le accuse di lentezza, "sperando il meglio ma pronti al peggio". Tutte le decisioni sono state fatte in base "alle migliori indicazioni scientifiche, prendendo in considerazione i pareri più accreditati, tenendo conto dei rischi e di tutte le opzioni". Ma trattandosi di "una operazione così vasta, errori sono possibili", ha precisato il presidene. Obama ha insistito sul fatto che tutte le decisioni finali sulla proposte della Bp vengono prese dall'Amministrazione, anche perché "il governo americano non ha tecnologie superiori. Dovremmo possederlo? Lo deciderà una commissione" ad hoc, ha detto l'inquilino della Casa Bianca. E poi, "l'interese di Bp è di minimizzare sul danno, e in questo il loro interesse non coincide con l'interesse del pubblico". Pur dichiarando il proprio interesse per le energie alternative, Obama non ha chiuso le porte alle trivellazioni future. Ma saranno più difficili e le misure di sicurezza saranno decisamente più severe. Oltre ad una moratoria di 6 mesi sulle trivellazioni offsohore in acque profonde, il presidente ha annunciato oggi "la sospensione delle attività di 33 pozzi di esplorazione attualmente in corso nel Golfo del Messico", la sospensione di un progetto al largo dell'Alaska, oltre a quella di concessioni previste al largo della Virginia. Secondo Obama "estrarre petrolio è diventato più caro e più rischioso" e ci troviamo in "un momento di transizione verso nuove energie" anche perché il petrolio facilmente accessibile "è già stato tutto estratto".