Alla Camera, presentando il libro “Romeni. La minoranza decisiva per l’Italia di domani” il presidente Fini ha detto che dalla politica devono arrivare messaggi seri su immigrazione e integrazione. Che messaggio lancia la Lega?
Che il fenomeno della criminalità deve essere contrastato attraverso il rispetto della legalità. Questo è un messaggio chiaro che dobbiamo lanciare anche alle comunità presenti nel nostro paese. Gli stranieri che vengono regolarmente trovano delle opportunità e sono ben accetti e ben accolti. L’unico discrimine che noi poniamo è quello del rispetto della legge e della legalità. Su questo noi chiediamo tolleranza zero.
Il disegno di legge Sarubbi-Granata sulla cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia viene osteggiato in Parlamento dal suo partito. Perché?
Sicuramente ci sono dei punti ancora da chiarire. Per noi la cittadinanza non può essere un punto di partenza per l’integrazione, ma deve essere il punto di arrivo. Già oggi gli stranieri possono, dopo un percorso di 10 anni e di contribuzione regolare alla vita socioeconomica del nostro paese, acquisire la cittadinanza italiana. Un ripensamento “sic et simpliciter”, venduto come possibilità di integrazione, merita, secondo noi,una seria e approfondita riflessione.
In tempi di globalizzazione non è riduttivo parlare di identità padana?
Noi siamo un movimento che tiene molto alle identità e alle radici di un popolo. Siamo però altrettanto convinti che il multiculturalismo e le società multirazziali abbiano fallito in molti aspetti. La rivolta delle banlieau in Francia sono solo un esempio. Noi siamo un paese occidentale, con una cultura dominante, che è la nostra tradizione cristiano-giudaica, che deve essere rispettata. Siamo anche un paese accogliente che però lega l’accoglienza al rispetto delle nostre leggi e delle nostre tradizioni, e mi riferisco per esempio al rispetto del principio della parità uomo-donna, troppo spesso messo in discussione da comunità straniere presenti sul nostro territorio.
Troppo spesso passa l’equazione Romeni uguale delinquente. Qual è la posizione della Lega?
Non bisogna generalizzare, anche se sappiamo, guardando le statistiche della commissione di reati, che purtroppo la comunità romena ha una forte e alta incidenza di criminalità, e lo dimostra il numero di romeni nelle nostre carceri. E’ vero per contro che ci sono in Italia tanti romeni perfettamente integrati e inseriti nella nostra realtà socioeconomica.. La differenza è tra chi ha un lavoro, chi è regolare e non ha nulla da temere dal nostro paese e chi non lo è. Se parliamo di romeni che vivono clandestinamente e irregolarmente in campi rom abusivi, non lo possiamo accettare. Vorrei ricordare che la Lega, definita quella della “tolleranza zero”, è la stessa che nelle amministrazioni locali dà i maggiori segnali di integrazione nei confronti degli stranieri.. Se si vanno a leggere i dati “seri”, vediamo che province come quella di Treviso, e la città stessa di Verona, sono quelle in cui gli stranieri sono maggiormente integrati e inseriti nel mercato del lavoro.
Il ministro Maroni ha annunciato la costituzione di altri 4 Cie (Centri di identificazione ed espulsione), in altrettanti regioni, entro il 2010 . La politica di contrasto della Lega all’immigrazione clandestina passa attraverso l’espulsione e il potenziamento dei Cie?
Ce lo dicono i numeri. I Cie attualmente presenti sul nostro territorio non sono sufficienti per recepire il numero di stranieri clandestini. La creazione di queste strutture è innanzitutto una tutela per i cittadini, sotto il profilo della sicurezza. Sono strutture che servono a identificare ed espellere chi e' riuscito a entrare in Italia per vie non regolari e minaccia le nostre comunità. E’ chiaro che i Cie devono garantire anche standard di qualità e sicurezza sia per i cittadini sia per i clandestini che vi sono ospiti, in attesa di essere identificati ed espulsi. C. T.