Mourinho, cena d'addio a casa Moratti

Il presidente: concluso il rapporto, ma non scelto il successore mourinho_primopiano_champions_296

Incontrarsi e dirsi addio: il congedo di José Mourinho dall'Inter, dopo due anni ricchi di successi in Italia e in Europa, si e' consumato nel corso di una cena di tre ore con il presidente nerazzurro Massimo Moratti nella storica residenza di famiglia in via Serbelloni, in pieno centro di Milano. ''Penso di si''', ha risposto Moratti ai giornalisti che gli chiedevano se il rapporto di lavoro con il tecnico portoghese fosse da considerarsi concluso. Il suo atteggiamento - ha spiegato, lasciando dopo mezzanotte il palazzo signorile a pochi passi da piazza San Babila - ''era quello di una persona che pensa di andare al Real Madrid''.

''E' stata una chiacchierata interessante, volevo conoscere la sua situazione'', ha aggiunto Moratti, il quale spera che, al di la' dell'aspetto professionale, ''continui un rapporto interessante con Mourinho, perché possano arrivare dei consigli sull'Inter da una persona che qui ha lavorato molto bene''. Quanto al successore del portoghese, ha dichiarato: ''Non mi sono dato dei tempi, e' una scelta da prendere con attenzione e calma, per il bene dell'Inter''. Moratti ha poi assicurato di non essere al corrente dell'apertura di Fabio Capello nei confronti dell'Inter, ma non ha negato il suo apprezzamento per l'attuale ct dell'Inghilterra: "Avevamo già avuto contatti in passato e può essere interessante''.

Il presidente nerazzurro ha ribadito che la clausola di rescissione da 16 milioni di euro con cui l'allenatore può liberarsi dal suo contratto con il club nerazzurro, che scade tra un anno, ''ha la sua validità, ma non è Mourinho la persona con cui devo parlarne".

Nei prossimi giorni Moratti, o un suo intermediario, ne discuterà con il presidente del Real Madrid Florentino Perez. Prima di allontanarsi a bordo della sua auto, Moratti si è lasciato sfuggire un piccolo sfogo: "Comunque non mi faccio più prendere in giro da nessuno". Più laconico era stato Mourinho nel lasciare, alle 23.10, la residenza di famiglia dei Moratti. "Mi è piaciuto tanto mangiare con il mio presidente", si era limitato a dire. Poi, accompagnato da un autista e una guardia del corpo, era salito a bordo di una Mercedes nera, sfrecciata via nella notte. Nello stesso palazzo di via Serbelloni, quasi esattamente due anni fa - il 27 maggio 2008 - Moratti incontrò Roberto Mancini per sancire il divorzio che aprì la strada proprio all'arrivo di Mourinho, il 2 giugno.

Ieri, del resto, il tecnico portoghese aveva già parlato da allenatore del Real, spiegando che ''il Bernabeu sarà la mia casa'' e che ''è una grande sfida contendere la Liga a una supersquadra come il Barcellona e cercare di vincere una Champions''.

Non è stato l'epilogo che voleva il presidente nerazzurro, a maggior ragione perché questi giorni potevano essere dedicati solo alla gioia per la Coppa conquistata di nuovo dopo 45 anni e per una tripletta storica. E forse Moratti si aspettava di sapere dal diretto interessato prima che dai giornali che questa volta aveva ceduto alla tentazione di andare a vincere anche in Spagna.

Una decisione presa gia' alla vigilia della finale di Champions League e rivelata pochi minuti dopo aver alzato la coppa al Bernabeu. ''E' già tutto praticamente fatto, ma la decisione è mia e io voglio conoscere le persone per sapere esattamente cosa vogliono da me'', ha detto Mourinho, a quanto riportato ieri da alcuni media spagnoli. E in quelle ore Moratti mostrava di nutrire ancora qualche speranza. ''Non so che cosa abbia detto, dove abbia parlato -. C'è sempre la speranza di tutto, ma bisogna rispettare la volonta' di chi pensa di aver esaurito il suo compito''.

Quanto al possibile successore, a parte Capello, la candidatura di Sinisa Mihajlovic resta una delle più forti. Ma si fanno anche i nomi di Guus Hiddink e dell'allenatore del Barcellona Pep Guardiola.