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E' morto il poeta Edoardo Sanguineti

Teorico della 'poesia come un rap', padre di una narrativa come pura forma ludica che decreta la fine delle trame psicologiche, fu uno dei nomi più noti della neoavanguardia del Gruppo 63. Aveva 79 anni v

La procura di Genova ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, a carico di ignoti, per la morte del poeta Edoardo Sanguineti. L'apertura del fascicolo è un atto tecnico visto che Sanguineti è deceduto subito dopo un intervento per aneurisma mentre era ancora in sala operatoria. Il pubblico ministero ha fatto sequestrare le cartelle cliniche.

Teorico di spicco del 'Gruppo 63' che rivoluzionò la scena letteraria italiana nei primi anni '60, Edoardo Sanguineti è stato figura di letterato a 360 gradi, fuori e dentro il mondo Accademico. Poeta, intellettuale, professore di letteratura all'universià di Torino, Salerno e Genova, autore di teatro, critico, saggista, la sua attività è continuata fino all'ultimo.

Nato a Genova nel 1930, Sanguineti avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 9 dicembre. Capofila della neoavanguardia poetica, partecipò alla raccolta collettiva di poesia 'I nuovissimi' (1961) da dove approdò con un ruolo determinante e fondativo, insieme ad Angelo Guglielmi e Umberto Eco, al 'Gruppo 63'. La sua poesia sperimentale - è stato detto - rappresenta la "dissoluzione" del linguaggio quotidiano, come dimostrazione dell'impossibilità del comunicare nella società dei consumi.

Dal 'linguismo' folgorante dei primi lavori e dalla bulimia senza razionalità di parole e immagini (Laborintus, Erotopaegnia, Triperuno), Sanguineti elaborò con il tempo un regime satirico e grottesco a cui non fu estraneo il realismo marxista e la psicoanalisi che grande influsso ebbero su di lui. Di questi fase sono Wirrwar, Postkarten, Stracciafoglio, Segnalibro, Bisbidis, Senzatitolo, Per musica. La sua capacità critica si è applicata a Dante (Interpretazione di Malebolge), al '900 (tra liberty e crepuscolarismo, Guido Gozzano, indagini e letture, scribili).

Molto attivo anche nella narrativa. Anche nei romanzi - "Capriccio italiano" (1963) e "Il gioco dell'oca" (1967) - Sanguineti procede a un uso ludico della parola smontando le forme di narrazione tradizionale, sovvertendo l'uso della punteggiatura e interrompendo continuamente il corso narrativo con ricordi e sogni. "Capriccio italiano" ne è l'esempio più significatico: 111 capitoli brevi per rappresentare la crisi tra l'io narrante, frammentato e diviso dalla continua alternanza tra sogno e realtà, e la moglie Luciana in attesa del terzo figlio. In questo romanzo, tra i più noti del Gruppo 63, è presente un uso della lingua bassa e colloquiale come a rendere a portata di tutti le esperienze della neoavanguardia.

La produzione saggistica di Sanguineti mette in evidenza la visione tagliente dell'esistenza dello scrittore e la nuova figura dell'intellettuale. "Il chierico organico. Scritture e intellettuali" (2000), raccolta di saggi pubblicata nell'anno in cui polemicamente abbandonò la cattedra universitaria, ripercorre l'attività critica svolta in 50 anni di storia attraverso figure rappresentative quali Boccaccio, Foscolo, Leopardi, Montale, Calvino fino ad arrivare al plurilinguismo nelle scritture novecentesche.

Il volume precedente "La missione del critico" (1987) è un'altra raccolta di saggi dove Sanguineti, con uno spirito da saltimbanco, ripercorre in maniera critica altri grandi nomi della letteratura. La sua riflessione critica è stata teorizzata principalmente nel volume "Ideologia e linguaggio" presentato in tre edizioni (1965, 1978 e 2001) e continuamente arricchito e rivisto. Da ricordare nella produzione saggistica sono sicuramente gli studi di Sanguineti su Dante Alighieri: "Tre studi danteschi" (1961) e "Il realismo di Dante" (1965) fino a "Dante reazionario" (1992).

Sanguineti è stato anche autore teatrale. Una raccolta di testi per il teatro è "K e altre cose" (1962). Sanguineti ha inoltre scritto libretti per le musiche di Luciano Berio, soggetti per un adattamento dell"'Orlando furioso" per la regia teatrale di Luca Ronconi. Tra le sue opere teatrali sono da ricordare inoltre "Storie naturali" (1971), "Faust. Un travestimento" (1985) e "Commedia dell'inferno" (1989). Sua la cura dell'antologia Poesia italiana del novecento.

Dal 1981 al 1983 diresse la rivista "Cervo Volante" con Achille Bonito Oliva. Nel 1996 l'allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro lo nominò Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di gran merito della Repubblica Italiana. E' stato membro e fondatore dell'Accademie Europeenne de Poesie e socio del Poetry International di Rotterdam). Ha ricoperto "scherzosamente" gli incarichi di "faraone poetico" dell'Istituto Patafisico di Milano e dal 2001 era "satrapo trascendentale e gran Maestro" dell'Oplepo di Parigi.

Nel 2003 ha ottenuto il Premio Campiello alla carriera e nel 2006 ha ricevuto il Premio Librex Montale per l'insieme della sua opera poetica.