Il 29,5% degli italiani cerca in rete informazioni sulla salute. E ''sempre più competenti'' i pazienti mettono in atto ''comportamenti di controllo sfidando l'autorita' del medico'' che non è più considerato ''infallibile''. Sono alcuni dati del Monitor biomedico 2009 presentati da Maria Concetta Vaccaro del Censis sullo stato dei rapporti medico-paziente al convegno 'La conciliazione, un'alleanza rinnovata tra medico e cittadino', organizzato dalla Fondazione Previasme onlus e promosso da Assomedico, con la collaborazione di Fimmg (Federazione italiana medici di famiglia), la partecipazione dell'Ania e il patrocinio dell'Enpam (Ente nazionale previdenza assistenza medici e odontoiatri).
''Il medico - ha spiegato - è percepito come un esecutore tecnico di un sapere complesso di cui però non ha più l'esclusiva. Se c'è un errore è attribuito alla fallibilità del professionista e non della scienza medica. E questo aumenta l'intolleranza e pregiudica il rapporto medico-paziente''.
A controllare su internet le indicazioni dei medici sono il 12% degli italiani (percentuale che sale al 22 tra i laureati) ed è sempre intorno al 12% (23,7% dei laureati) la percentuale di chi discute con il medico i risultati emersi dalle ricerche sul web, mentre e' il 4,7% (8,9% dei laureati) a contestare apertamente al proprio medico l'esattezza della diagnosi e delle terapie sulla base di quanto appreso su internet.