Marea nera


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La piattaforma era 'tutto tranne che sicura'

C'erano almeno quattro problemi gravi

La piattaforma petrolifera esplosa al largo del golfo del Messico era 'tutto tranne che sicura'. E' la conclusione a cui è giunto Bart Stupak, capo della commissione parlamentare di inchiesta sull'incidente. Secondo il Washington Post c'erano almeno quattro problemi gravi sulla Deepwater Horizon che hanno determinato i fallimenti nel chiudere la falla che si e' creata dopo l'esplosione.

In questi giorni i vertici delle compagnie coinvolte nel disastro sono ascoltati dalla commissione, che ha gia' prodotto oltre 100 mila pagine di documentazione: ''Piu' impariamo sull'incidente e piu' sono preoccupato - ha affermato un altro esponente della commissione, Henry Waxman - sembra che la catastrofe sia stata causata da una serie di fallimenti dell'equipaggiamento e nelle procedure''.

Il primo problema trovato è una perdita nel sistema idraulico che doveva fornire energia a delle 'cesoie' che dovevano entrare in azione tagliando e sigillando il pozzo in caso di incidente. Le cesoie avevano comunque troppo poca energia per riuscire a tagliare i tubi. Inoltre tutto il sistema aveva subito delle profonde modifiche, ma la Bp non ne è stata a conoscenza fino a due giorni dopo l'incidente. Infine almeno una delle batterie del sistema che doveva automaticamente chiudere il pozzo era esaurita.

''La sicurezza delle operazioni della piattafomra risiedeva sulle performance del 'blow out preventer' - conclude Stupak - che pero' era difettoso''. Dai documenti, ha aggiunto il deputato, e' emerso anche che il pozzo aveva fallito un test di sicurezza due ore prima dell'incidente, ma la Bp aveva deciso di continuare le operazioni lo stesso. Durante le audizioni sono state anche mostrate le prime foto della falla, che permetteranno agli esperti di valutare esattamente l'entità della perdita.