di Francesco Chyurlia
Se la Grecia piange, l’Italia non ride. Tra cassa integrazione che imperversa e lavoratori che perdono il loro posto anche il 2010 non sarà un anno felice per i lavoratori italiani che guardano alle prospettive di rilancio dell'economia, consci che i segnali di ripresa difficilmente porteranno anche una ripresa dell'occupazione. Secondo Unioncamere 830 mila sono le assunzioni previste dalle imprese italiane nel 2010, 50 mila in più di quelle messe in conto nel 2009, ma il saldo è negativo: 173mila posti di lavoro in meno, -1,5% il calo atteso per l'occupazione. La contrazione dei posti di lavoro dovrebbe essere inferiore a quella del 2009, ma pur sempre elevatissima. Le imprese,che fino ad oggi sono riuscite a destreggiarsi con la Cig, stanno ora iniziando a ristrutturarsi con inevitabili tagli all'occupazione. Intanto si allunga a dismisura il numero delle vertenze dei lavoratori e delle imprese in difficoltà. A partire dalla Fiat che, nonostante il piano di rilancio, si avvia alla chiusura di stabilimenti. Il più importante proprio al Sud.
LACRIME E SANGUE ANCHE PER FIAT E TELECOM
La crisi ha colpito tutti. Chi più e chi meno le aziende italiane hanno già presentato il conto ai propri dipendenti in termini di tagli, di cassa integrazione o prepensionamenti. Anche la Fiat, impresa simbolo del capitalismo italiano, non ha fatto eccezione. E nell'avvio del piano industriale ha annunciato la chiusura di 2 stabilimenti: quello di Termini Imerese con 1.400 lavoratori (più 500 dell'indotto) e quello della Cnh di Imola con 550 lavoratori compreso l'indotto. Prosegue intanto il ricorso alla Cassa integrazione guadagni in molti altri stabilimenti dell'indotto del Gruppo torinese. La crisi del 2008-2009 rischia di avere un pesante strascico anche nei prossimi anni, colpendo tutti i settori dell'industria e del terziario. Tra il 2008 e il 2012 sono ben 13 mila gli esuberi previsti dalla Telecom Italia, il maggiore operatore italiano di telefonia e telecomunicazioni. Di questi 13 mila, 4.522 sono stati annunciati 2310a metà aprile. Ma il settore registra anche "lacrime e sangue" nelle imprese dell'indotto. La Ciet Impianti SpA, che conta 1.056 dipendenti in Italia, ad esempio non ha pagato gli stipendi di marzo,mentre la Sielte che ha 2.000 addetti in Italia, sta trattando la solidarietà per evitare licenziamenti.
CANTIERISTICA; TRA TAGLI E CHIUSURE
Fincantieri, Cantieri Navali Italiani SpA., è uno dei più importanti complessi cantieristici navali d'Europa e del mondo. Nonostante sia un'azienda pubblica italiana, già di proprietà dell'Iri e oggi controllata da Fintecna, finanziaria del Ministero dell'Economia, non è al riparo dalla crisi. I sindacati continuano ad essere preoccupati: senza nuove commesse la situazione occupazionale nel 2010 potrebbe diventare esplosiva mentre è già critica la situazione a Castellammare e a Palermo. Ma è tutta la cantieristica a soffrire. Per Nca, da maggio potrebbe partire la Cig. Preoccupazioni anche per la Tirrenia che è in via di cessione. GlaxoSmithKline è una società britannica operante nel settore farmaceutico, biologico e sanitario. La Glaxo è presente in 37 nazioni e in Italia possiede due sedi: a Verona e a San Polo di Torrile, vicino Parma. A Verona la multinazionale ha annunciato che chiuderà a fine 2010 il centro di ricerca di Verona che impiega 410 scienziati e 150 addetti ai servizi. Da Londra, il top manager Andrew Witty ha confermato che lo smantellamento del centro ricerche rientra in un piano di tagli di circa 4mila posti in tutto il mondo,metà dei quali nel settore ricerca e sviluppo. Chiudono 2 realtà in Inghilterra, 1 in Polonia e 1 a Zagabria. GlaxoSmithKline è una società britannica operante nel settore farmaceutico, biologico e sanitario.
L’OMINO COI BAFFI EMIGRA ALL’EST
L'omino con i baffi lascia l'Italia insieme alla sua caffettiera Bialetti. Bialetti Industrie SpA. nasce nel 1998 dalla fusione di Alfonso Bialetti & C. e Rondine Italia. La prima fu fondata nel 1919 da Alfonso Bialetti,la seconda fondata nel 1947 da Francesco Ranzoni (nonno dell'attuale presidente e amministratore delegato) ed era specializzata nella produzione di pentole in alluminio. Ora Bialetti chiude lo stabilimento produttivo di Omegna per delocalizzarsi nell'est Europa e avviando una procedura di mobilità per chiusura del sito che coinvolgerà i circa 120 lavoratori, tra impiegati ed operai. I sindacati, però, sperano ancora. L'Agile, ex Eutelia, è un'azienda del gruppo Omega che ha sede in molte città italiane e che opera nell'ambito dei call center e in settori dell'information technology, vantando commesse da enti della Pubblica amministrazione. La falce della crisi ha colpito anche questa azienda, nata con la cessione di It e del gruppo di lavoratori ex Olivetti e Bull ad Agile e di Phonemedia. Sono circa 1200 le lettere di licenziamento che l'azienda ha inviato ai suoi dipendenti, da mesi senza stipendio. Nei giorni scorsi la Camera ha respinto emendamenti "salva-Eutelia" mentre i lavoratori proseguono da mesi la protesta davanti agli stabilimenti.
IN AGRICOLTURA 100 MILA A RISCHIO CHIUSURA
Oltre 100 mila imprese agricole rischiano di chiudere i battenti nel giro di pochi mesi, sempre più strette nella morsa del crollo dei prezzi sui campi (meno 6,9 per cento a febbraio che fa seguito al meno 13,5 dello scorso anno) e della crescita record dei costi produttivi, contributivi e burocratici (più 15 per cento nel 2009, con punte del 35 per cento per il gasolio). Secondo i dati della Confagricoltori (Cia), negli ultimi dieci anni oltre 500 mila imprese agricole sono state costrette a chiudere. Non solo. Dal 2000 al 2009 il valore aggiunto dell'agricoltura è sceso da 27 a 25 miliardi di euro (meno 7,4 per cento), mentre si sono persi oltre 19mila kmq di terreni coltivabili, praticamente un territorio come l'intero Veneto.