Casartigianati, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti dopo un lungo percorso nato il 30 ottobre con il "Patto del Capranica", hanno dato vita a Rete Imprese Italia, Associazione interconfederale che aggrega le cinque organizzazioni di categorie rappresentative delle imprese presenti nei settori del commercio, del turismo, dei servizi e delle piccole imprese del manifatturiero e delle costruzioni è in corso di svolgimento presso l'Auditorium Parco della Musica. Come primo Presidente dell'Associazione è stato eletto il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. La presidenza avrà una durata semestrale con una turnazione che passerà di volta in volta a rappresentanti delle organizzazioni fondatrici. Rete Imprese Italia sarà anche una Fondazione, la cui presidenza è stata affidata a Giuseppe De Rita, Presidente del Censis. Obiettivo di Rete Imprese Italia è di dare una voce comune e identità, visibilità, capacità di rappresentanza e di rappresentazione di questo mondo nel confronto con istituzioni, politica e le altre forze economiche e sociali. Nel manifesto dell'Associazione è scritto che l'ambizione è quella di "Modernizzare la rappresentanza delle imprese per modernizzare l'economia e della società italiana". Nel suo intervento il presidente Sangalli ha dichiarato che "Rete Imprese Italia nasce per dare al 'popolo del fare impresa', identità e voce comune e dunque più forte; capacità di rappresentanza e di rappresentazione e dunque più forte Sangalli ha aggiunto che "Il modello di Rete Imprese Italia è un modello 'per', non 'contro'. Un modello programmaticamente plurale" che "Non coltiva disegni egemonici, e men che meno si propone di agire per la conquista di spazi di potere. Certo - aggiunge - vuole essere influente: vuole agire sulla formazione delle scelte decisive per il futuro del Paese". Il neopresidente di Rete Imprese Italia ha poi affermato che la coesione dell'Associazione nasce da alcuni principi: "La tutela della legalità e della sicurezza e l'efficienza delle giustizia contro ogni forma di criminalità e come fondamentale condizione strutturale di democrazia economica; il pluralismo imprenditoriale come esito e come condizione strutturale di democrazia economica; l'apertura dei mercati e l'attenzione alle ragioni dei consumatori fondate sua una coerenza a parità di regole; l'impegno per lo sviluppo territoriale e per una maggiore competitività dell'intero sistema-Paese". Sull'attuale contesto economico Sangalli ha affermato: "Certo, la grande 'depressione è stata scongiurata' e la fase più acuta della 'grande crisi' dovrebbe essere alle nostre spalle. Ma la crisi non è conclusa" e per fare fronte alla "scala globale dei problemi" c'è bisogno di "risposte coordinate su scala globale". In particolare, c'è bisogno di più Europa: "Meno titubante nell'agire" ma, al contrario, "più protagonista della strategia di uscita dalla crisi e di ritorno alla crescita".
Oltre 4 milioni di imprese, 14,5 milioni gli addetti
Oltre 4,2 milioni di unità produttive che impiegano 14, 5 milioni di addetti, di cui 9 milioni sono lavoratori dipendenti. Sono questi alcuni dei numeri che danno il senso della 'potenza di fuoco' di Rete Imprese Italia, l'Associazione inter-confederale composta da Casartigianati, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti la cui nascita è stata sancita oggi nel corso dell'incontro che si è tenuto oggi presso l'Auditorium Parco della Musica. Nel dettaglio, sommando il numero di imprese aderenti alle cinque organizzazioni di categoria impegnate nei settori manifatturiero, costruzioni commercio e turismo e trasporti e servizi, si giunge a 4 milioni 231 mila. Gli addetti sono 14 milioni 543 mila, i dipendenti 9 milioni 94 mila e il valore aggiunto equivale a 817 milioni e 652 mila euro. Ancora, l'area di rappresentanza potenziale compre il 97% del tessuto produttivo privato, al netto dell'agricoltura e dei servizi di intermediazione monetaria e finanziaria. Le imprese artigiane sono più di 1,4 milioni e occupano 3 milioni di addetti. Infine, le imprese di Rete Imprese Italia producono circa il 60% del valore aggiunto italiano e impiegano il 58,8% di tutti gli occupati del Paese. I numeri forniti sono frutto delle stime 2009 sui dati Istate Movimprese.