Le decine di arresti di questi giorni, per quanto avvenuto a Rosarno a gennaio scorso, hanno confermato, spiega il sindacato, la scelta di Cgil, Cisl e Uil, di promuovere la manifestazione del 1° maggio nel centro reggino.
Oltre ai tradizionali temi del lavoro e dell’occupazione, quest’anno le organizzazioni sindacali hanno voluto porre al centro della Festa del Lavoro anche i temi dell’integrazione e dell’accoglienza degli immigrati. E Rosarno, il 7 gennaio scorso, fu teatro di una rivolta degli immigrati, scoppiata dopo il ferimento di due extracomunitari con un’arma ad aria compressa: la classica goccia che fece traboccare il vaso, un vaso colmo di lavoro nero, sottopagato, per anche 14 ore al giorno sui campi, e di “riposo” da spendere in luoghi - casolari abbandonati, fabbriche dimesse - completamente privi di condizioni igieniche e spesso anche senza acqua.
Dopo quelle violenze (furono incendiate auto, cassonetti, ci furono 53 feriti, tra manifestanti, abitanti e forze dell’ordine) si sono accesi i riflettori su una situazione di sfruttamento, totale assenza di accoglienza e dei diritti più elementari. Risultato: “l’operazione Migrantes”, frutto di un’inchiesta condotta dalla Procura di Palmi, che ha portato all’arresto di 31 persone, 21 italiani e 9 extracomunitari che svolgevano il ruolo di “caporale”. Fondamentale, è stata riconosciuta dal procuratore Creazzo, la testimonianza degli africani vittime delle violenze. Sono 15 e hanno ricevuto un permesso di soggiorno per protezione sociale.”A Rosarno c’era una vera e propria graduatoria dei lavori forzati”- spiega Simona Moscarelli, esperta legale dell’Oim (Organizzazione internazionale per le Migrazioni), che è direttamente intervenuta per dare assistenza ad alcuni di loro- I sub sahariani erano adibiti alle mansioni più faticose per via della loro struttura fisica”. L’Oim ha rintracciato i braccianti nel Cie di Bari, dove erano stati portati dopo gli scontri del 7 gennaio scorso. Hanno ascoltato le loro storie e hanno convinto alcuni di loro a denunciare gli abusi per poter ottenere un permesso di soggiorno per protezione sociale. I casi sono stati poi presentati alle Procure di Reggio Calabria e Palmi. I migranti che hanno fornito elementi utili all’identificazione degli sfruttatori sono stati messi sotto protezione. “Purtroppo le vittime di sfruttamento sono molti di più di quelle intervistate- continua il legale-solo nel Cie ( Centro di Identificazione e Espulsione) di Bari erano 43 i migranti provenienti da Rosarno e verosimilmente sottoposti allo stesso trattamento disumano, e molti di loro si trovano anche in Sicilia, nel Casertano e a Roma”. L’Oim auspica che l’utilizzo del Permesso di Soggiorno per protezione sociale possa essere esteso a tutti i migranti vittime di violenza e sfruttamento in tutto il territorio italiano. Secondo una recente stima dell’Istituto Demoskopica, l’immigrazione clandestina produce un giro di affari della criminalità organizzata calabrese per circa 290 milioni di euro.
Pochi giorni fa c’è stato il via libera alle domande di ingresso per 80 mila lavoratori stagionali extracomunitari. Secondo quanto rilevato da Coldiretti, dagli immigrati dipende il 10% dei raccolti nelle campagne italiane e sono circa 30 mila le aziende agricole che assumono lavoratori extracomunitari . Questi ultimi risultano una componente ben integrata nel tessuto economico e sociale in diversi “distretti agricoli”, come nel caso della raccolta delle fragole nel Veronese, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte come pure negli allevamenti in Lombardia. Tra gli immigrati più numerosi in agricoltura, gli albanesi, i marocchini e a sorpresa gli indiani,, soprattutto negli allevamenti del Nord per l’abilità nella cura delle mucche.
Ma quanti sono gli immigrati nel nostro Paese e cosa fanno? Secondo l’ultimo rapporto Caritas, sono 4,5 milioni gli stranieri in Italia e contribuiscono al 10% del Pil. Quasi un milione di loro sono iscritti al sindacato. La più recente regolarizzazione, quella di settembre 2009, ha portato nelle casse dello Stato 154 milioni di euro di contributi arretrati e marche e si stima che nel periodo 2010-201 arriveranno nelle casse dell’Inps 1,3 miliardi di euro supplementari. I dati Istat riferiti al 2008 inoltre indicano che la comunità più numerosa è quella rumena e che il 60% degli immigrati risiede al Nord, il 25% al Centro e il 12,8% vive al Sud..