Sigarette superstar al cinema,
in scena in 7 film su 10

Pellicole inglesi più rischiose per cattivo esempio ai giovani wayne_fuma_296

Troppe sigarette al cinema. Le 'bionde' continuano a comparire in 7 film su 10, oltre la metà dei quali ammessi ai minori di 15 anni e per il 92% visibili agli under 18. A puntare il dito contro l'industria cinematografica cattiva maestra e' uno studio pubblicato sulla rivista 'Thorax'. Passando in rassegna vari titoli campioni di incassi al botteghino, i ricercatori britannici dell'universita' di Nottingham calcolano che le pellicole più a rischio per diffusione di stili di vita pericolosi tra i giovani sono quelle 'made in Uk'.

Non è la prima volta che la fabbrica dei sogni finisce nel mirino della scienza. Nel 2008 un team dell'università della California di San Francisco denunciò sul 'Tobacco Control Journal' che le star hollywoodiane dei tempi d'oro, secondo documenti riservati di alcuni fra i maggiori colossi del tabacco, furono coinvolti per decenni in forme di promozione pubblicitaria del fumo.

Da Gary Cooper a Spencer Tracy, da Clark Cable a Katherine Hepburn, da Henry Fonda a John Wayne, da Cary Grant a Bette Davis e Joan Crawford: tutti divi che sarebbero stati arruolati come 'testimonial' dalla lobby di settore.

Ora il nuovo atto d'accusa. Lo studio inglese cita ad esempio 'Il diario di Bridget Jones', film del 2001 diventato un cult per eserciti di ex ragazze trentenni single non per scelta, con l'orologio biologico in tilt e la passione per gli slip a vita alta. Nella pellicola dedicata alle goffe gesta di Renée Zellweger, alias Bridget, Alisa Lyons dell'Uk Centre for Tobacco Control Studies e colleghi contano 15 scene in cui appare la sigaretta, per un totale di 12 marchi consegnati al grande schermo dalla macchina da presa.
E ancora. In 'About a Boy - Un ragazzo' (2002), inno dell'orgoglio maschile single (poi redento), sono 12 i ciak in cui l'attore protagonista Hugh Grant recita con una 'bionda' tra le dita, rigorosamente di marca Silk Cut. E questo nonostante il fatto che, stando al libro a cui la pellicola si ispira - fanno notare i ricercatori - il personaggio di Will non nasca affatto come un fumatore incallito. Insomma, conclude Lyons, "è evidente che i bambini e i giovani, guardando un film, siano ancora esposti a immagini frequenti e 'brandizzate' di prodotti del tabacco. Specialmente nei film britannici".