“Per difendere il lavoro e liberare i diritti” questo lo slogan del sedicesimo congresso della Cgil, che si svolgerà dal 5 all’8 maggio a Rimini.
Dopo le 62.049 assemblee congressuali svolte nei luoghi di lavoro, i congressi territoriali confederali, quelli di categoria territoriale e regionale, il percorso è proseguito con i congressi regionali e di categoria.
È la più antica organizzazione sindacale italiana ed è anche la più grande, con i suoi circa 6 milioni di iscritti, tra lavoratori, pensionati e giovani che entrano nel mondo del lavoro. Quando è nata nel 1906 - ma le prime Camere del lavoro risalgono al 1891 - aveva duecentomila aderenti. Da allora ha mantenuto la doppia struttura: verticale, costituita dalle federazioni di categoria, e orizzontale, attraverso le Camere del lavoro. Attualmente le categorie nazionali sono 13 mentre le Camere del lavoro in tutto il territorio nazionale sono 134.
Due sono i documenti presentati per il Congresso di Rimini: “I diritti e il lavoro oltre la crisi” e “Per la Cgil che vogliamo”. Il primo, proposto dal leader Guglielmo Epifani, affronta la crisi e lancia dieci proposte che vanno dalla riduzione delle tasse sul reddito da lavoro e pensione, alla riforma degli ammortizzatori sociali fino al blocco dei licenziamenti. L´altro, primo firmatario il segretario dei bancari Domenico Moccia e a seguire il segretario confederale Nicoletta Rocchi e i leader della Fiom, Gianni Rinaldini, e della Fp, Carlo Podda, chiede l´introduzione delle primarie nel mondo sindacale e ritiene indispensabile l´aumento delle pensioni più basse, oltre alla lotta alla precarizzazione e il ripristino della centralità del lavoro a tempo indeterminato.
Il primo, nelle assise congressuali, ha avuto la maggioranza dei consensi (non nella Fiom e in due Camere del Lavoro). “Sarebbe stato meglio un congresso unitario, perché le condizioni dei lavoratori richiedono di affrontare unitariamente questa stagione”, ha commentato Epifani, il cui mandato di segretario generale scadrà a settembre 2010. Il primo documento ha "larghissimo consenso".
(F. C.)