di Rita Piccolini
Prima solo gli operatori e il pubblico interessato ne avevano consapevolezza, ormai è una certezza: il mondo della moda è un sistema culturale con una sua dimensione storica, sociologica ed economica. Possiamo apprendere tanto su come eravamo, siamo e saremo osservando abiti, gonne, bustini, pizzi, decorazioni, bottoni ,volants, perché ci raccontano i gusti, i desideri e i sogni degli italiani nel secolo scorso. Il racconto dell’alta moda italiana scorre leggero come un velo variopinto attraverso la creazione di modelli da sogno realizzati da mani sapienti. Da artigiani e rigorosi che hanno fatto arte della loro creatività coniugandola alla precisione, alla nobiltà dei materiali usati, a un sapere antico ereditato da una lunga tradizione di amore per tutto ciò che è bello.
A partire dal secondo dopoguerra, con il successo internazionale delle case di moda e degli accessori italiani nel mondo, è nato un importante patrimonio archivistico formato non solo da raccolte di documenti cartacei tradizionali, ma anche da documenti iconografici come disegni, foto filmati e audiovisivi e persino campioni di materiali prodotti o impiegati come i tessuti, spesso associati a prodotti originali finiti, come abiti o calzature.
Nascono così gli Archivi della Moda del ‘900, la raccolta di un patrimonio documentario e la preziosa testimonianza di un settore in cui il talento imprenditoriale italiano ha raggiunto livelli di eccellenza nel mondo. Si tratta di un progetto volto al recupero e alla valorizzazione dell’immenso patrimonio della moda italiana, elaborato dall’Associazione Nazionale Archivistica Italiana e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con il coinvolgimento di numerose e prestigiose istituzioni. Un’iniziativa importante per la promozione del Made in Italy attraverso il recupero delle radici, e la conoscenza di un’eredità e un ‘identità altrimenti ad alto rischio di dispersione. La salvaguardia degli archivi, vere miniere di informazione per la ricostruzione della storia di molte aziende del settore, ha lo scopo di realizzare un’importante ricognizione del sistema moda italiana nel mondo, da Roma a Parigi e Londra, passando per Firenze, Milano New York e Tokyo.
L’attività di ricerca, censimento e informatizzazione degli archivi è affiancata da seminari di studio in varie regioni italiane (Lombardia,Toscana, Lazio, Piemonte,Campania, Emilia Romagna,Veneto,,Liguria, Puglia, Abruzzo e Sicilia) al fine di far emergere le diverse specificità territoriali e rendere fruibile un ampio ventaglio di fonti finora inesplorate.
In questo quadro si è svolta la scorsa settimana Roma, al museo Boncompagni Ludovisi, la giornata di Studi: ”Gli archivi raccontano la moda. Testimonianze immagini e suggestioni.
Attraverso le personalità di veri e propri miti dell’ alta moda, come quelle di Irene Galitzine, Fernanda Gattinoni, le sorelle Fontana, Roberto Capucci è stata illustrata la storia della moda italiana e del suo straordinario successo nel mondo tra gli anni ’50 e ’60. E’ stata raccontata la vita dei protagonisti che hanno ispirato la cultura della moda del XX secolo, grazie ai numerosi materiali d’archivio: fotografie filmati testimonianze orali e proiezioni . E’stata anche l’occasione per conoscere l’aspetto , artistico e culturale di una società in fermento che ha visto protagoniste, sempre in quegli anni, la soprintendente della Galleria nazionale d’arte moderna e critica d’arte Palma Bucarelli ; la scrittrice e giornalista Irene Brin e quindi, nei decenni più recenti la nota costumista attiva nell’ambito cinematografico, teatrale e televisivo Adriana Berselli. Il racconto della vita culturale della seconda metà del secolo scorso non ha trascurato la nascita delle prime Accademie e l’esperienza delle loro fondatrici. Alba Toni Koefia e Rosana Pistolese.
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