Un restauro durato quasi trenta anni sul nucleo piu' antico e importante dell'intera collezione del Quirinale, una delle piu' prestigiose al mondo, eccezionalmente presentati dal 29 aprile al 30 giugno nella mostra "Giuseppe negli arazzi di Pontormo e Bronzino. Viaggio tra i tesori del Quirinale" che sara' ospitata il Palazzo del Quirinale.
Si tratta di dieci dei venti arazzi con le 'Storie di Giuseppe' che tra il 1545 e il 1553 Cosimo I de' Medici commissiono' agli artisti piu' importanti del tempo, Pontormo e Bronzino, come sontuosa decorazione tessile delle pareti della Sala dei Duecento in Palazzo Vecchio a Firenze, dove e' attualmente collocata l'altra meta' della serie.
Una iniziativa con cui la Presidenza della Repubblica Italiana intende presentare al pubblico i risultati di anni di studio che hanno consentito di restituire a questo capolavoro del Rinascimento italiano tutta la complessita' del clima culturale, filosofico e artistico della corte medicea nel cui ambito e' stato concepito il maestoso allestimento tessile; l'esposizione ripercorre inoltre l'evoluzione letteraria e figurativa della storia mitica di Giuseppe attraverso una trentina di opere concesse in prestito da prestigiose istituzioni italiane ed estere.
Promossa dal Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica Italiana, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali, la Regione Lazio e la Provincia di Roma, la mostra e' a cura di Louis Godart con la collaborazione di Loretta Dolcini. Tra le collezioni del Quirinale, quella degli arazzi e' probabilmente la piu' prestigiosa. Il nucleo piu' importante e antico comprende dieci panni istoriati con le 'Storie di Giuseppe', monumentale ciclo tessile composto di venti arazzi prodotti a Firenze fra il 1545 e il 1553 su cartoni preparatori di Pontormo, Bronzino e Salviati.
I venti panni che costituiscono questo straordinario insieme, ora equamente diviso fra il Polo museale fiorentino e la Presidenza della Repubblica a Roma, hanno una dimensione monumentale, una altezza di circa sei metri ciascuno per una superficie totale di piu' di quattrocento metri quadri.
Il loro speciale valore artistico sta nel fatto di essere una delle piu' alte espressioni di tre dei piu' grandi artisti fiorentini del tempo, Agnolo Bronzino, Pontormo e Francesco Salviati, in collaborazione con i migliori aiuti delle loro botteghe, i quali fornirono i disegni e i cartoni preparatori a Jan Rost e Nicolas Karcher, due dei maggiori maestri fiamminghi, chiamati da Cosimo nel 1545, quando lavoravano gia' nelle arazzerie ducali di Mantova e Ferrara, per creare la nuova manifattura fiorentina.
Entrambe le parti della serie sono state oggetto di un imponente progetto di restauro che e' stato avviato nel 1984, per i dieci panni di Firenze, e nel 1996 per quelli di Roma. Un altro fatto straordinario e insolito nel mondo della conservazione e' che tutta la serie e' stata restaurata con una unita' di studi, tecniche, materiali e con una omogeneita' metodologica garantita da tutte le autorita' preposte.
In particolare, presso il Palazzo del Quirinale, dove i dieci panni si trovano dal 1882, e' stato istituito, inizialmente a cura dello stesso staff fiorentino, un apposito Laboratorio presso il quale si stanno avviando a conclusione gli interventi di restauro su cui si sono impegnati, nel tempo, piu' di venti operatori in migliaia di ore di lavoro, senza soluzione di continuita'. Come in un'istantanea del restauro, la mostra presenta i lavori 'in fieri': accanto a otto arazzi gia' restaurati, viene esposto un arazzo sul quale l'intervento e' ancora in corso e uno ancora da restaurare.
I dieci arazzi vengono presentati insieme ad una serie di opere che consentono di contestualizzarli. Importanti Musei ed Istituzioni italiane ed estere hanno voluto prestare olii su tavola, bronzi, disegni, manoscritti. Tra i capolavori esposti e' da segnalare il Cammeo in Sardonica raffigurante "Giuseppe trattiene Beniamino", di splendida manifattura siciliana (1240) proveniente dal Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo.
Nel XV secolo i cartoni preparatori per gli arazzi potevano essere dipinti su tela, come anche nel XVII secolo. Ma in genere, soprattutto nel XVI secolo, i cartoni erano su carta eseguiti a carboncino e tempera.
In mostra si possono ammirare tre cartoni prestati dal Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi; il primo, di Agnolo Bronzino, e' il bozzetto preparatorio in controparte della scena per l'arazzo Giuseppe in prigione e il banchetto del Faraone. Si tratta di un cartone a penna, matita nera, bistro, biacca su carta gallettata.
Il secondo, a opera di Jacopo Carrucci detto Pontormo, e' il disegno preparatorio per il Volto di Giuseppe. E' a matita con tracce di matita rossa su carta bianca ingiallita. Il terzo, di Alessandro Allori, e' una copia da disegno preparatorio per l'arazzo Giuseppe che trattiene Simeone. E' a penna, bistro, biacca con tracce di matita nera su carta bianca.