di Mario Papetti
Si chiamano mini-vacanze. E non sono le classiche ferie brevi. Ma vacanze formato bambino. Nel senso che i protagonisti sono i ragazzi. Il turismo giovanile, infatti, è un fenomeno in crescita. E la verità si legge nelle statistiche: tre mesi di vacanza loro, due settimane, al massimo tre, i genitori. Secondo i dati Istat, infatti, nel 2009 il 64% del totale degli under 14 (5 milioni e 400 mila) ha fatto almeno un viaggio o una vacanza da soli, senza mamma e papà. Ecco allora che in Italia sta prendendo piede un mercato del turismo fino a qualche anno fa relegato nell'immagine un po' sbiadita delle "vecchie colonie estive". E in questo settore la crisi ha fatto aguzzare l'ingegno, moltiplicando le proposte di baby vacanze "intelligenti" a prezzi accessibili.
Mini-vacanze crescono, dunque. E la richiesta di tour, villaggi, campeggi e campi scuola riservati a bambini e ragazzi è diventata così estesa da portare alla nascita di una fiera che si svolge a Modena ormai da sette anni. La manifestazione ospita località e strutture provenienti da tutta Italia che al tema bambino, alla sua sensibilità e alle sue esigenze, riserva progetti specifici.
Le più richieste le proposte legate allo sport. Si va dal camp ultra-attrezzato al mare o in montagna per perfezionarsi in sport classici, come il calcio, il tennis o il nuoto. Ma anche a quelli più particolari come la canoa e il tiro con l'arco. Ma chi decide dove andare e dove alloggiare? Nella maggior parte dei casi, secondo i dati dell'Osservatorio nazionale sul turismo giovanile, se il figlio ha meno di 14 anni è la mamma ad occuparsi della vacanza. Al top delle preferenze il mare, scelto come meta per i loro figli dal 64% dei nuclei intervistati mentre la montagna ha un'incidenza del 18%. Ma aumenta anche l'interese per parchi naturali e di divertimento, luoghi in cui può andare sia l'intera famiglia, generalmente due genitori con due figli (89%) o un figlio (58%), ma a volte anche un solo genitore (47%). Ed internet svolge un ruolo fondamentale. La scelta dell'alloggio è infatti fatta dal 42% dei casi sul web. Le motivazioni che spingono a scegliere una tipologia di alloggio piuttosto che un altro sono prima di tutto la convenienza (35%) e la comodità (25%).
Per questa forma di turismo vale anche il tipo di esperienza didattica a cui il singolo bambino o ragazzo è sottoposto. I più attivi sono i ragazzi delle medie (l' 88% ha fatto almeno un viaggio senza mamma e papà). Il pernottamento in Italia (34,5%) e soprattutto all'estero coinvolge, secondo i dati dell'Osservatorio, solo i bambini nelle fasce di età dagli undici anni in su. Gli studenti che ogni anno si muovono per gite di istruzione, visite didattiche e scambi culturali sono oltre un milione e mezzo. Il giro di affari supera i 375 milioni di euro.