L'isola di Stromboli fa parte dell'arcipelago delle Eolie, in Sicilia. Amministrativamente è compresa nel comune di Lipari e ha un vulcano in continua attività.
Stromboli è meta di turisti in cerca di tranquillità: anche per questo ai loca- li dell'isola è vietato diffondere musica oltre le due di notte. Simbolo di questo incantevole "scoglio" del Mediterraneo è lo Stromboli, uno dei vulcani più attivi d'Europa.
Gli strombolani lo chiamano "Struògnoli". Ma quando è più attivo e spaventa può capitare di sentirlo chiamare "Iddu", "Lui", come se riaffiorasse la memoria della natura divina che un tempo era riconosciuta ai fenomeni naturali incontrollabili. Caratteristica dell'isola, oltre alle stradine strette, percorribili solo dai motocarri e dai motorini elettrici, è l'assenza di illuminazione notturna. E proprio grazie al buio che dall'Osservatorio si può vedere con grande nitidezza lo scorrere della lava del vulcano. A poche centinaia di metri a nord-est di Stromboli si trova lo scoglio di Strombolicchio, residuo dell'antico camino vulcanico. L'isolotto ospita un faro della Marina, attualmente disabitato e automatizzato.
Fu Robero Rossellini, nel 1949, a portare l'isola alla ribalta nazionale e internazionale con il film "Stromboli terra di Dio", interpretato da una giovanissima Ingrid Bergman. Ma prima ancora Giulio Verne, nel 1864, vi ambientò la conclusione del romanzo "Viaggio al centro della terra".
Skogar e il ghiacciaio "fumante"
L'Eyjafjallajokull è un ghiacciaio che con un'area di 100 kmq è, in Islanda, il quinto per estensione. Si trova nella parte meridionale dell'isola, a nord del villaggio di Skogar. Questo ghiacciaio ricopre il vulcano Eyjafjoll, che il 20 marzo scorso ha iniziato ad eruttare.
In località Fimmvorduhals si è aperto infatti un cratere, che ha mandato in tilt gli aeroporti con la dispersione di ceneri nell'aria. Diversamente dallo Stromboli, il vulcano Eyjafjoll fino a pochi giorni fa era considerato tranquillo e meta di tanti turisti.
A Skogar, nel 1949, Pordur Tomasson ha fondato un museo sulla cultura e sulla civiltà islandese. Esso ospita abitazioni di varie epoche e diverse tecnologie (ad esempio vecchie auto ed aeroplani). Le sezioni sono dedicate alla pesca, all'agricoltura, all'arredo e ai lavori fatti a mano, alla storia naturale e ad alcuni archivi locali. Molto bella e suggestiva è anche la cascata Skogafoss.
Ritornando all'Eyjafjoll, c'è da dire che questo vulcano ha eruttato abbastanza frequentemente a partire dall'era glaciale. E prima di quella di questi giorni, l'ultima eruzione avvenne dal 1821 al 1823 e causò una jokulhlaup (inondazione dovuta allo scioglimento dei ghiacci).
La parte terminale a sud del vulcano era un tempo parte della costa atlantica. Poiché il mare si è ritirato di circa 5 km, la nuova costa ha lasciato dietro di sé molte deviazioni ed una miriade di cascate, meta di migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo.