Criminalità


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Lezioni di legalità e speranza

A Roma 3 la lectio magistralis del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso b

di Carla Toffoletti

“Il contatto con i giovani mi arricchisce e mi dà la spinta per continuare”. Inizia così, tra gli applausi, la lectio magistralis del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, agli studenti di giurisprudenza di Roma Tre, accorsi in massa al corso di Storia della ‘ndrangheta, organizzato dallo storico Ciconte.

Si parla di una delle organizzazioni più potenti e più pericolose al mondo, della dimensione transnazionale che la ‘ndrangheta ha assunto oggi, degli importanti risultati raggiunti nel contrasto alle organizzazioni criminali, ma anche dell’impotenza rispetto alla globalizzazione delle mafie:”L’unica che non si è globalizzata è la legalità” asserisce Grasso. Ma è altro quello che il Procuratore vuol far passare “Per me il futuro è dei giovani -dice- che cercano di realizzare le cose che sembrano irrealizzabili, le utopie del mondo. C’è tanto da fare, facciamolo insieme!”

E’ una trasmissione etica, quasi un passaggio di staffetta. “Per dare un significato alla mia vita uso sempre la metafora del fiume, che nasce zampillante e vivace alla fonte e poi crea il suo corso in funzione delle asperità del terreno. A volte può anche scomparire, come un fiume carsico, per poi riaffiorare da un’altra parte. Ma il fiume non perde mai di vista il suo obiettivo: il mare. Bisogna aver sempre ben chiaro l’obiettivo,non perderlo mai di vista e indipendentemente dal risultato continuare a lottare per raggiungerlo”.

E’ particolarmente sereno e rilassato, l’uomo che siamo soliti conoscere sempre in trincea. Sorride ai ragazzi e si lascia andare a ricordi personali. Come quando nel corso del Maxi processo di Palermo alla mafia, fu incaricato di redigere le motivazioni della sentenza. Un lavoro immane: 475 imputati, 438 capi d’imputazione, 120 solo gli omicidi. L’udienza era durata 2 anni. Riesce a trasmettere la drammaticità del momento :”Più tempo mi prendevo per scrivere e più c’era il rischio che gli imputati venissero scarcerati per decorrenza dei termini. Il peso della responsabilità era enorme. Ci ho messo 8 mesi per redigere 7,8mila pagine. Una mattina in cui avevo iniziato presto a scrivere, mio figlio di 14 anni mi chiese di andargli a comprare una tuta da ginnastica per scuola. Con mille sensi di colpa mi recai al negozio di articoli sportivi più vicino e mi trovai davanti a Francolino Spadaro,( autore poi dell’estorsione all’Antica Focacceria di San Francesco a Palermo) figlio di un grosso capomafia e imputato al maxi processo. ‘Ho trovato giudici più buoni di lei che mi hanno dato la libertà provvisoria’ mi disse ,’lei mi ha rigettato ben 12 istanze’. Si trattava di una persona realmente pericolosa, condannata a 8 anni per appartenenza all’associazione mafiosa. Tutti i miei sforzi venivano vanificati. Per un attimo mi è sfiorato il pensiero ‘ma chi me lo fa fare?’, ma la risposta è stata immediata. Questo è il mio dovere. Poco importa se altri distruggono il lavoro che faccio. Io devo continuare con il massimo dell’impegno. Questo è stato il modo per affrontare la vita e il lavoro. Non è detto che il risultato sia sempre proporzionale all’impegno. Bisogna aver sempre ben chiaro l’obiettivo e continuare a lottare”.

Poi le domande dei ragazzi a cui Grasso risponde volentieri La repressione c’è, ma attenzione, non ci può essere un’azione solo emergenziale, serve un’azione ordinaria, anzi di straordinaria ordinarietà ,perché la repressione alla criminalità organizzata ha bisogno di mezzi straordinari. Bene le ultime leggi sul sequestro e sulla confisca dei beni, perché sono strumenti utilissimi per colpire la mafia al cuore: il patrimonio. Ricorda ai neolaureandi le ultime norme che consentono di colpire anche i beni dei mafiosi deceduti e i beni del mafioso per cui non c’è più l’attualità della pericolosità, e che ci collocano avanti rispetto agli altri paesi al mondo. “Possiamo colpire i beni sia attraverso il sequestro e la confisca nel processo penale,-precisa -oppure attraverso le misure di prevenzione , basate non sulla condanna ma sugli indizi di pericolosità di determinati soggetti ritenuti mafiosi”. Le intercettazioni, altro strumento fondamentale per carpire prove e informazioni dall’interno di una criminalità organizzata che è basata sul segreto e sul silenzio. “Se ci tolgono strumenti di contrasto come le intercettazioni non ci aiutano nella repressione. Attenzione ai falsi problemi,. Ci dicono che le intercettazioni sulle mafie non vengono toccate, ma ci sono reati che fanno parte delle attività mafiose come racket e usura, che iniziano non necessariamente avendo alle spalle un’organizzazione mafiosa e che si scoprono solo attraverso le intercettazioni. Comunque mi riservo di studiare attentamente le modifiche appena presentate”. Infine l’ importanza di continuare a parlare di questi fenomeni e di farlo nel modo giusto. Bene le fiction sulla mafia e il libro sulla camorra di Saviano. Ma attenzione, avverte il procuratore, sono realtà romanzate. Bisogna far capire che questi fenomeni producono solo sangue, violenza e carcere, ed evitare che il mito del potere a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo, diventi un fattore positivo per i giovani. Una lezione a tutto tondo quella di Grasso, studenti entusiasti che gli regalano un lungo, intenso, sentito applauso.