Cucina e tecnologia


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Il ristorante digitale

Una webcam 'spia' i cuochi. E il cliente può controllare quello che stanno preparando. E' la novità di un ristorante di Londra h

di Mario Papetti

La cucina si distingue dalle altre: stilosa, elegante, accogliente. Ma soprattutto tecnologica. E il cliente, sempre più esigente, può controllare quello che stanno preparando i cuochi. Come? Con una webcam. Non è fantascienza: al ristorante Inamo nel quartiere londinese alla moda di Soho, al 62 di Wardour street, si ordina direttamente da un touch screen interattivo, con il quale, tra l'altro, ci si può divertire ad "arredare" il tavolo stesso. Per esempio scegliendo la tovaglia, che comparirà come lo sfondo di un desktop. Ma soprattutto si può vedere quello che succede in cucina. E di questi tempi, dove si clona un po' di tutto, è certamente una garanzia. Il cliente usa la tecnologia non solo per puro divertimento o per far risparmiare il proprietario del locale sul costo del personale, ma soprattutto per verificare personalmente come viene preparato il piatto richiesto. Sconsigliato a chi non ha molto dimestichezza con le nuove tecnologie. Ma lo staff di servizio è disponibile in qualsiasi momento per aiutare gli ospiti a navigare tra i menu che tuttavia sono stati progettati in maniera da essere intuitivi e di semplice utilizzo per i clienti. Il locale ha uno stile prettamente orientale: luci soffuse e di bassa intesità. Il luogo ideale, grazier alla sua versatilità, per trascorrere una serata rilassati.

Nell'attesa dei piatti si puo' poi scegliere, appunto, il tipo di tovaglia virtuale per dare più allegria al tavolo, consultare la rete del trasporto pubblico,i locali della zona sulla mappa e prenotare un taxi direttamente dal tavolo. Ma se uno vuole e ne ha voglia puo' anche divertirsi con gli amici in avvincenti battaglie navali. Questo è il futuro. Il ristorante hi-tech, non più di sessanta coperti più un bar con trenta posti a sedere e proiettori sistemati al soffitto che regalano immagini disponibili in tre misure, è stato realizzato da due imprenditori inglesi: Danny Potter e Noel Hunwick, che hanno commissionato la progettazione del locale allo studio di designer e architetti Blacksheep. E Benjamin Webb, project designer di Blacksheep ha sottolineato: "Con Inamo abbiamo avuto un approccio coesivo verso verso l'adattamento, la sintonizzazione dei livelli di atmosfera e la costruzione di una forte relazione tra gli elementi grafici e quelli d'arredo. Prima di tutto, dovevamo assicurarci che le priezioni incontrassero gli altri elementi d'arredo dello schema in modo da creare un'impressione visiva che fosse egualmente forte e integrata".

E la viticoltura si adegua
Anche il futuro della viticoltura è tecnologico e automizzato. Almeno stando agli ultimi ritrovati come "Imagine H2O",progetto della americana Fruiton Sciences che prevede l'installazione di un sensor sulla vite per monitorare lo stato idrico, trasmettendo i dati in tempi reali ad una postazione collegata tramite wi-fi, dove vengono elaborati da un softwar. Ma non è tutto. Il sistema può essere abbinato al rilevamento via satellite impostato su web-gis per programmare piani di concimazione on-line. La vigna, insomma,diventa sempre più hi-tech.