La Legge 40


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Lorenzo, nato in Turchia

Storia di Davide e Sandra portatori sani di beta talassemia. Per assicurare la salute di Lorenzo sono dovuti andare all'estero c

Davide e Sandra, una coppia di 35 e 36 anni, sono portatori sani di beta talassemia. Oggi sono genitori di Lorenzo,un bimbo di due anni, sano, ma nato con l’inseminazione artificiale all’estero, in quanto in Italia la Legge 40 vieta la diagnosi preimpianto. E’ Davide a raccontarci la sua esperienza.

“Abbiamo una percentuale alta, il 25% , di avere un figlio malato e per noi non era assolutamente ipotizzabile provare ad avere un figlio per via naturale, Non potevamo trovarci di fronte alla scelta dell’aborto terapeutico. L’unica strada era quella della diagnosi genetica preimpianto, (che consente di selezionare gli embrioni sani prima del trasferimento in utero) che fino al 2004 avremmo potuto fare a pochi chilometri da dove abitiamo, ma che dopo la Legge 40 è stata vietata. Siamo stati all’estero due volte. Abbiamo speso più di 20mila euro. La prima volta è andata male. Tutti gli embrioni fecondati erano malati. La seconda volta è nato Lorenzo.

Dove siete stati?
In Turchia, paese mediterraneo che, come l’Italia, ha una grande esperienza di talassemia. Il primo tentativo lo abbiamo fatto in un centro privato, il secondo in un ospedale. Tutto a pagamento e con tariffe diverse rispetto alla gente del luogo. C’è stata una grande speculazione sule coppie che andavano all’estero. Abbiamo scelto la Turchia anche perché era tra quelle con i prezzi più contenuti- Ancora facciamo i sacrifici per pagare le spese.

Cosa comporta la beta talassemia?
Con entrambi i genitori portatori sani della malattia c’è una probabilità su quattro che il figlio sviluppi la forma più grave ,la talassemia maior , che comporta continue trasfusioni di sangue,iposviluppo, e un’aspettativa di vita molto bassa. Sono bimbi che in genere non superano i 10- 12 anni.

Vi siete mai posti il problema della soppressione degli embrioni malati?
Quando viene fatta la fecondazione assistita viene fatta in vitro. L’embrione non è attecchito nell’utero materno. Di qua a chiamarlo vita francamente non me la sento, e comunque tra i due mali è meglio quello di abbandonare gli embrioni malati piuttosto di portare avanti un ipotetico discorso di aborto. Io e mia moglie sostanzialmente siamo infertili, perché neanche proviamo ad avere un bambino per vie naturali. In natura due persone che si incontrano e che vogliono fare un figlio, il numero degli embrioni che si forma e che poi realmente attecchisce, è un numero bassissimo. Soltanto il 20% di quelli prodotti per vie naturali riescono ad attecchire nell’utero materno. Se mi devo preoccupare dei miei embrioni malati, abbandonati, si dovrebbero preoccupare molto di più le persone che ci provano naturalmente, perché creano molti più embrioni di quelli che abbiamo creato io e mia moglie in provetta.

Vi fermerete a un’unica gravidanza?
Adesso che anche in Italia è consentito il congelamento degli embrioni e di avere un maggior numero di ovuli fecondati, ed è stata di fatto ammessa la diagnosi preimpianto, speriamo di poter avere una seconda gravidanza a casa nostra.