La Legge 40


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Un'Italia da Medioevo

Intervista al professor Antonio Guglielmino, direttore dell’ Unità di medicina della riproduzione del centro Hera di Catania g

La sentenza della Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha condannato l’Austria, che come l’Italia non consente la fecondazione eterologa
In Italia la Legge 40 consente le tecniche di riproduzione assistita di tipo omologo (con l’utilizzo di gameti interni alla coppia), ma all’articolo 4,comma 3, vieta di ricevere la donazione di un gamete. E’ una norma che penalizza in maniera gravissima tante coppie che vengono discriminate rispetto all’accesso di pratiche mediche efficaci a risolvere il loro problema riproduttivo ed esistenti in tutto il mondo e in quasi tutti i Paesi europei. La sentenza della Corte di Strasburgo è rilevante perché invita gli Stati europei ad adottare legislazioni non discriminatorie e a riconoscere il diritto alla vita privata e alla vita familiare. Insomma per la Corte esiste un diritto delle coppie ad avere un figlio.

Cosa comporta questo divieto?
Da uno studio presentato lo scorso anno al Congresso della Società Europea di Infertilità e Sterilità ad Amsterdam, risulta che l’Italia ha la bandiera tra i popoli che migrano per andare a chiedere aiuto all’estero per risolvere problemi riproduttivi. Il 31% della mobilità in Europa appartiene al nostro paese. Quelli dopo di noi hanno il 18% e poi arrivano al 4%. La gran parte di questi italiani è costituita da pazienti che chiedono in altri paesi di fare l’eterologa. Il posto più gettonato è la Spagna, dove hanno organizzato un vero e proprio business industriale, con prezzi doppi rispetto a quelli del popolo spagnolo. Abbiamo fatto un grande regalo ai paesi europei, limitando ai ricchi la possibilità di accesso a queste pratiche. Si parla di 8mila, 10mila euro per un tentativo che non ha la certezza di riuscita.

Quali coppie vengono penalizzate dal divieto dell’eterologa? Chi chiede di accedere all’eterologa?
L’eterologa viene utilizzata al 99%, tranne casi sporadici che fanno scalpore ma che non hanno consistenza numerica, da persone colpite da tumore o donne colpite da menopausa precoce. Uno degli handicap delle terapie antitumorali è quello di lasciare l’uomo o la donna, completamente privi di gameti. E’ una follia in medicina privare queste persone della possibilità di avere un figlio, Dare loro la possibilità genitoriale diventa quasi un completamento di aspetti di carattere psicologico che vivono queste persone. Per quanto riguarda la menopausa precoce, l’esaurimento dei follicoli e degli ovociti può avvenire in modo molto prematuro, anche a 18-20 anni. Privarle della “loro” scelta è sbagliato.

Qualcuno teme un far west della provetta...
E’ solo propaganda e strumentalizzazione. Nella mia carriera non mi è mai capitato di trovare una donna che abbia chiesto un utero in affitto. La Legge 40 questo lo vieta e mai nessuno ha pensato di cambiare questa norma.

La Legge 40 disciplina nel nostro paese la “Procreazione medicalmente assistita”. Cosa sancisce e quali sono a suo avviso i punti critici?
La Legge 40 nel 2004, con grande frustrazione per gli operatori e per le persone infertili, metteva in difficoltà tre tipologie di popolazione che utilizzava la fecondazione assistita. Le persone con malattie genetiche gravi, che utilizzavano questa tecnica per evitare di far nascere un bambino malato o di dover ricorre all’aborto per evitare che nascesse. La diagnosi genetica preimpianto (che consente di selezionare gli embrioni sani prima del trasferimento in utero), pratica utilizzata in tutto il mondo da oltre 20 anni e anche in Italia prima del 2004, viene vietata dalla Legge, costringendo molti ad emigrare all’estero. prevalentemente in Turchia, perché la malattia preponderante diagnosticata in Italia è la talassemia e la Turchia, paese mediterraneo, ha grande esperienza di questo tipo di mutazioni. In Italia sono quasi 2 milioni i portatori di talassemia, quindi la possibilità che si incontrino due portatori della malattia è molto alta. Oggi, con la modifica a questa norma della Legge 40, apportata dalla Corte Costituzionale nell’ aprile 2009, anche in Italia questa popolazione può accedere alla diagnosi genetica reimpianto. L’altro assurdità della Legge 40, sanata dalla sentenza della Cassazione, era il limite dei tre ovociti da impiantare contemporaneamente. Alcune popolazioni di coppie infertili, con condizioni d’età particolari,(donna avanzata in età, dopo i 38 anni,che ha bisogno di più ovociti per raggiungere l’obbiettivo della gravidanza o maschi con pochissimi spermatozoi da prelevare spesso dal testicolo, e con risultati in termini di fecondazione in vitro più scadenti) preferivano andare all’estero per avere una garanzia di successo. Il ciclo riproduttivo assistito non è una passeggiata. La terza tipologia di coppie è quella che per procreare deve ricorrere alla donazione. La modifica apportata dalla Corte Costituzionale ha salvato le prime due categorie che andavano all’estero, dando loro la possibilità di fare gli stessi trattamenti in Italia. La Corte ha dichiarato incostituzionali i commi 2 e 3 dell’articolo 14 della Legge 40. In uno si limitava il numero di embrioni da produrre a un massimo di tre, con l’obbligo di un unico e contemporaneo trasferimento in utero, nell’altro è stato modificata la possibilità di congelamento embrionario. La Corte ha sancito che sarà il medico insieme alla coppia a decidere il trattamento migliore, quindi quanti embrioni trasferire per evitare parti trigemellari e per salvaguardare la salute della donna.. Con la possibilità di congelare gli embrioni in sovrannumero le gravidanze trigemellari nel mio centro sono scomparse. Prima della modifica della Legge 40 il congelamento era vietato. Questo però viene considerato una deroga,(su modifica del comma 3 dell’art 14) legata a non pregiudicare la salute della donna nel trasferimento embrionale.

Nel comma 1 dell’art-14 della Legge 40 ancora persiste il divieto al congelamento e alla distruzione degli embrioni. Come si comportano i centri? Sono state emesse linee guida?
Il 28 maggio 2009 a Riccione c’è stato un Congresso di tutte le Società Scientifiche italiane che si occupano di infertilità, sono state date delle linee guida sui comportamenti( nell’ambito dell’autonomia della scienza che la sentenza della Consulta individua come punto fondamentale della decisione medica) e sono state individuate alcune patologie serie che danno la possibilità di inseminare tutte le uova che la donna produce. Gli embrioni in sovrannumero verranno congelati e daranno la possibilità, in caso di insuccesso al primo tentativo, di ripetere il trattamento senza sottoporre la donna a un nuovo ciclo di stimolazione ormonale. Il congelamento degli embrioni, facendone una selezione della capacità riproduttiva, dovrebbe avere una possibilità in più della deroga perché sta diventando una tecnica di trattamento riproduttivo che dovrebbe essere routine in ogni Centro.