La morte cardiaca improvvisa causa in Italia 60.000 decessi ogni anno. Colpisce 1 italiano ogni 1.000: giovani, anziani e, in egual misura, donne e uomini. Le cause sono essenzialmente cardiopatie determinate geneticamente nei più giovani, malattie cardiovascolari precedenti come coronaropatie, infarto miocardico o scompenso cardiaco avanzato negli altri.
"Se nei giovani che non mostrano alcun segno premonitore non è facile prevenirla, la morte cardiaca improvvisa può essere evitata in chi ha già subito un grave evento cardiovascolare", dice Michele Gulizia, Presidente dell'Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione (AIAC), presentando l'ottava edizione del Congresso nazionale AIAC che aprirà i lavori a Catania il 15 aprile. "Sono 250.000 le persone che si trovano in questa situazione ogni anno nel nostro Paese e per le quali ricorrono i presupposti definiti dalle linee guida per l'impianto di un defibrillatore, un piccolo apparecchio che posto sotto la cute è collegato con elettrodi al cuore e ne controlla il ritmo, rivelando eventuali anomalie e proteggendolo da una morte improvvisa elettrica", prosegue Gulizia. "Eppure meno di 20.000, l'8,5% di loro, ricevono un defibrillatore impiantabile - ICD - che può essere considerato una vera e propria assicurazione sulla vita", denuncia. Le ragioni: essenzialmente carenza di risorse economiche e, in misura minore, le crescenti difficoltà di applicazione dei percorsi diagnostici e terapeutici secondo le più recenti linee guida.
La "prevenzione della morte improvvisa" è uno dei temi cardine del congresso di Catania, dove le nuove tecnologie in materia di telecardiologia la fanno da protagoniste. "La principale novità - dichiara Gulizia - è rappresentata dai sistemi di monitoraggio dell'attività del ritmo cardiaco, in chi ha un defibrillatore impiantabile, basati in casa". Si tratta di piccoli dispositivi posizionati nell'abitazione della persona e collegati per via telematica con il centro medico presso il quale è stato effettuato l'impianto. "Quando la persona entra in casa, il trasmettitore, in alcune versioni anche un telefono cellulare, riceve dal defibrillatore impiantato tutti i dettagli sul ritmo cardiaco, sul livello di carica delle batterie, sui segni di una lieve ischemia in corso o di un possibile edema polmonare in procinto di svilupparsi", spiega. "Se il sistema registra anomalie allerta immediatamente il centro; contemporaneamente, grazie a un vero e proprio 'semaforo del cuore', segnala alla persone se tutto è ok (verde), se c'è qualche problemino (giallo), oppure se è meglio farsi visitare subito (rosso)", conclude Gulizia.