Vinitaly


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Una sfida 'all'ultima goccia'

Alla più grande rassegna mondiale del vino di Verona, una vera e propria competizione tra etichette che hanno in comune il terroir ma diverse per declinazione, vocazione e risultato finale g

di Mario Papetti

Legno o acciaio? Biologico o convenzionale? Tradizionale o elaborato? Sono veri e propri derby del vino quelli organizzati dalle varie associazione degli imprenditori agricoli e dagli espositori in occasione di Vinitaly 2010, la più grande rassegna mondiale del vino di Verona che chiude i battenti lunedì 12 aprile e che ha visto fino la presenza di oltre centoventimila persone, registrando una linea di crescita sempre maggiore degli operatori esteri provenienti da oltre 110 paesi. Sfida dunque all'ultima goccia tra vini che hanno in comune il terroir ma diversi per declinazione, vocazione e risultato finale. Rosso, intenso enigmatico. O bianco, vellutato, allegro. L'ambasciatore del Made in Italy non è sfuggito però alla "grande depressione", aggrappandosi a quell'antico adagio che dipinge il vino come miglior elisir contro la crisi. E dietro le botti si affacciano i primi mezzi sorrisi. "C'è un po' di movimento" abbozza Francesca Camerano, titolare insieme al marito di un'azienda agricola di Barolo (Cn), 50 mila bottiglie l'anno in gran parte esportate e viticoltori fin dal 1875. "Le previsioni per il 2010 sono positive e l'esportazione dovrebbe cominciare di nuovo a correre. Il Vinitaly? Una grande vetrina, un modo per farci conoscere. Ma forse un po' troppo enfatizzata".
Dai poderi del Piemonte a quelli Laziali dove la cultura del rosso ha ormai messo il piede sull'acceleratore. E l'azienda Coletti Conti di Anagni ha investito molto su due rossi d'eccellenza : il Cesanese del Piglio Doc romanico 07 e il Cosmato Igt rosso del frusinate. "Dopo alcuni anni di sofferenza sta tornando l'interesse sui vini di qualità. Ed è una fortuna", ammette. Così come la tenuta San Lucia di Poggio Mirteto che ha scomesso su un Morrone Igt Lazio rosso '04 e su Elodia Igt Lazio '08.
I consoli onorari del vino italiano sono ormai, fortunatamente, in ogni angolo del mondo. Il regista americano Ford Coppola e il calciatore David Beckham, per esempio hanno in comune la passione per il Tignatello mentre per l'attore francese Gerard Depardieu, grande produttore di vini, è il Collio Bianco 2009 "Zuani", dell'azienda di Patrizia Felluga di San Floriano del Collio (Gorizia) il top White Wine del Friuli e Venezia Giulia. Depardieu lo ha scelto al termine di una degustazione alla cieca (un po' anche per via dei flash dei fotografi), cioè con le etichette delle bottiglie coperte. Zuani è un uvaggio che prende il nome da quello della collina dove si trovano i vigneti dove nasce. E' composto da Friulano, Chardonnay, Sauvignon e Pinot Grigio. Ma ha spiegato Patrizia Felluga, "gli ingredienti veri sono la terra, il clima e la passione, l'amore, la forza e le persone del territorio che lo produce".

166 mila imprese fanno grande l'Italia
Mentre i consumi di vino aumentano nel mondo (complice la globalizzazione) ma diminuiscono in Europa (causa un maggior orientamento alla qualità a scapito della quantità), l'Italia si conferma leader mondiale nella produzione e commercializzazione del vino, alle spalle della Francia che, però, nell'arco di 10 anni, ha subito con maggiore vigore l'assalto sul mercato delle produzioni dei paesi emergenti. Il risultato è che se nel 1996 il vino francese rappresentava il 42% delle esportazioni mondiali in valore ( e quello italiano il 18,5%), dopo dieci anni Bordeaux &company rappresentano il 34% delle vendite mondiali mentre quello italiano il 18%. Lo rileva il Rapporto nazionale sul settore vitivinicolo 2009 realizzato da Unioncamere e Istituto Tagliacarne. A fine 2008 le imprese italiane che fanno riferimento al settore del vino erano 165.923. I vini con certificazione di qualità sono oltre 490. Le Docg, che rappresentavano l'8,6% del totale, sono passate da 36 del 2007 a 41 nel 2009 grazie al contributo di Veneto, Piemonte e Lazio. Le Doc rimangono 316 e rappresentano il 66,3% del totale delle denominazioni, mere le Igt sono diventate 120 (25,2%) del totale.

 Il Barolo al top dei desideri
 In cima alla Wish List degli eno-appassionati italiani c'è il Barolo. E' il
 vino piemontese,infatti, il più amato e desiderato, seguito da Chianti
 classico, Brunello di Montalcino e Franciacorta, secondo un sondaggio
 di www.winenews.it., uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon
 bere, e Winitaly. Sempre made in Piemonte è la griffe
 preferita, ovvero Gaja; in seconda battuta si piazzano Antinori,
 Bellavista, Real Franciacortina d'eccellenza e Caprai, la cantina
 umbra che ha lanciato il Sagrantino nel ghota dell'enologia.
 L'inchiesta ha coinvolto 1424 enonauti (amanti di vino &web) e ha
 indagato sulle preferenze degli appassionati riguardo a territori e
 cantine.

Non solo vino
Ma Vinitaly non è solo una grande vetrina dedicata al vino. E' anche l'occasione per far conoscere novità del mondo enogastronomico come l'orto nelle vicinanze del ristorante, idea lancia dalla Jre e Agia, cioè tra i giovani ristoratori europei e l'Associazione giovani imprenditori agricoli aderenti alla Cia. Obiettivo dell'intesa è quella di avere sempre primizie e ingredienti scelti di prima qualità, dai ravanelli all'insalatina, dal raperenzolo alla carruba. Con l'accordo l'agricoltore può così pianificare o ottimizzare le sue produzioni, grazie alla richiesta preventiva del ristoratore in fase di semina, il ristoratore dal canto suo puo' disporre di materie prime di grande qualità e a prezzi convenienti e il consumatore è garantito al 100% sugli alimenti che mangia. "Certamente - ha spiegato Gianfranca Pirisi, presidente Agia e giovane imprenditrice sarda - l'adozione dell'orto da parte del giovane chef-ristoratore, passa necessariamente attraverso una buona affinità sulle scelte culturali e sul reciproco vantaggio, oltre che su un rapporto fiduciario con il giovane agricoltore. Entro il 2010 saranno almeno 80 i ristoranti in Italia che potranno vantare un proprio orto di prossimità da esibire alla clientela". Vitinaly occasione anche per rilanciare il mercato dell'olio. "Rispettare determinate regole e parametri più rappresentativi per avere una maggiore renumerazione del proprio prodotto". E questo il senso dell'accordo interprofessionale per l'olio extravergine di oliva sottoscritto da Confagricltura, Cia,Copagri,Unasco,Aipo,Cno, Unaprol, Assitol,Federolio e associazione frantoi italiani. Obiettivo: creare le condizioni per lo sviluppo delle attività commerciali tra i vari soggetti della filiera, con una certificazione che garantisca la conformità alle normative comunitarie, per la fornitura di olio extravergine di oliva italiano.

Scoppia la mania del tappo dello spumante
I tappi di spumante come pregiati e rari francobolli o antiche monete. E' il fenomeno scoppiato a Vinitaly. Accanto a gourmet e buongustati sono sempre di più, infatti, i collezionisti, affermano alla Coldiretti, di capsule dorate o argentate. Un vero pellegrinaggio tra gli stand delle diverse cantine per chiedere o arraffare i tappi dai banchi dei sommelier che ben conoscono questa realtà. Un giro di affari rilevante che, sottolinea l'Associazione degli imprenditori agricoli, conta un numero elevato di appassionati disposti a spendere di più per un tappo che per le bottiglie pur di conquistare la rarità. Il valore dipende dal prodotto, dalla cantina e dall'annata. Per i prezzi più pregiati si parla anche di centinaia di euro. Le più ambite sono le produzioni limitate di Franciacorta, e gli imbottigliamenti numerati legati alle ricorrenze delle cantine del prosecco di Valdobbiadene e dell'Asti spumante. IL catalogo dei tappi viene aggiornato ogni anno sulla base delle nuove produzioni ed è una vera e proprio bibbia di riferimento per i seguaci di questo nuovo hobby. La fantasia e la curiosità non mancano di certo a Vinitaly e fanno tendenza. E così accanto a 'Magnifica' la botte da Guinness (40 metri cubi e una capacità di 33.000 litri) pensata per affinare l'Amarone Tommasi e la mini-doc Vin Santo di Vigoleno (una produzione annua di 1.200 litri ottenuti da 5 ettari di vigneto) compare Hello kitty, sull'etichetta di un Pinot nero e di uno spumante. Non manca poi il vino per festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia. Si chiama 'Salemi 1860'. Il vino finisce anche su Internet tanto che il Brunello di Montalcino con il Consorzio sbarca su Facebook e la cantina veneta Santa Margherita si lancia su twitter. Cin,cin!