Nato ad Asmara, in Etiopia, l'8 agosto del 1937, Bruno Lauzi, uomo dall'ironia proverbiale, è stato uno dei fondatori di quella scuola genovese che, con Luigi Tenco, Gino Paoli e Fabrizio De Andrè, ha cambiato la storia della canzone italiana. Un poeta prestato alla musica che era partito dal jazz, insieme al suo amico Tenco, e che poi, giocando con il dialetto genovese, scopre la musica brasiliana della quale è stato, insieme a Sergio Endrigo, fondamentale strumento di conoscenza per il nostro paese, grazie anche alla sua amicizia con Vinicius De Moraes.
I suoi più grandi successi sono raccolti tra gli anni '70 e gli '80, quando dopo una carriera di autore d'elite, per la prima volta ha accettato di misurarsi con la musica leggera tout court: ha scritto ''Piccolo uomo'' per Mia Martini e poi è arrivato al primo posto della classifica con ''Amore caro amore bello'' firmato dalla coppia Mogol-Battisti. In classifica è arrivato anche con ''Onda su onda'', uno dei suoi pezzi più celebri e con ''Genova per noi'' il classico di Paolo Conte. Ma la sua storia era cominciata molto prima, dopo gli anni del jazz, nei '60 insieme a Giampiero Reverberi e Calabrese con dei pezzi pieni di ironia, primo tra tutti ''Garibaldi blues'', considerata per l'epoca troppo anticonformista. In quel periodo era più un artista da cabaret e da teatro che da classifica, anche se conobbe un discreto successo con ''Ritornerai'', che gli schiuse le porte della televisione, partecipò al disco per l'estate con ''Viva la libertà'' e nel '65 al Festival di Sanremo con ''Il tuo amore''.
Il brano-manifesto della scuola genovese è ''Il poeta'', ma una parte importante della sua carriera è legata alla canzone francese. E' stato l'incontro con Serge Reggiani, attore famoso e cantante molto conosciuto in Francia, a introdurlo nell'ambiente degli chansonnier più famosi per i quali Lauzi ha tradotto in italiano le canzoni. Il rapporto più fertile è stato con Georges Moustaki del quale ha tradotto ''Lo straniero'' e ''Quando ti amo''.
Tra i suoi pezzi più celebri, ''Permette signora'' cantata da Piero Focaccia e ''Cento colpi alla tua porta'' cantata da Mino Reitano. Nella sua carriera ci sono anche tournée in Sudamerica con Mina, che ha inciso una memorabile versione de ''Il poeta'', e pezzi come ''La sindrome astigiana'' scritta per Paolo Conte, ''Fai fai'' dedicata al suo maestro De Moraes e ''Il leone e la gallina'' di Mogol e Battisti. Negli ultimi anni, escludendo la fase finale della malattia, Lauzi è rimasto un po' discosto dalla scena più importante perché allergico ai meccanismi del mercato e troppo legato a un gusto di fare musica che non appartiene all'epoca dei computer. Muore il 24 ottobre del 2006
Il 24 ottobre nella storia
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1970: Salvador Allende viene eletto presidente del Cile | 1980: Il governo polacco legalizza il sindacato Solidarnosc | 1965: Incendio nella galleria San Gottardo: 11 morti | 1987: Il Concorde effettua il suo ultimo volo da New York a Londra |
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