di Carla Toffoletti
Una mostra monumentale, 500 opere, 200 artisti al Complesso del Vittoriano di Roma, dal 9 ottobre al 7 febbraio 2010.
"Dada e Surrealismo riscoperti", olii, sculture, ready made, assemblaggi, collage, per ripercorrere la nascita e il cammino figurativo di questi due movimenti rivoluzionari, che oggi più che mai conservano la loro attualità e la loro carica eversiva.
"Dada e surrealismo sono state le uniche due avanguardie a non limitarsi a una rivoluzione visiva- spiega il curatore A. Schwarz- ma a propugnare una rivoluzione culturale ininterrotta, una nuova filosofia di vita".
Spazio ad artisti meno noti che fecero storia
Si parla di "riscoperta" perchè fino ad ora le mostre dedicate a Dada e Surrealisti si sono limitate a presentare i protagonisti più conosciuti, mentre, ci spiega Schwarz, qui al Vittoriano abbiamo tenuto conto dei tanti e numerosi artisti che vi militarono, contribuendo a precisarne l'etica e l'estetica.
Il rapporto tra dadaisti e surrealisti fu sia di continuità che di rottura. Furono entrambi movimenti "anti", anti letterari, anti metafisici.E' un "anti" per costruire qualcosa di diverso. Ma mentre Dada fu una rivolta per la rivolta,senza secondi fini, il Surrealismo ha interpretato il cambiamento all'interno della sua epoca.
L'importanza di saper dire no, ieri e oggi
Cosa ci può insegnare ancora oggi il dada e il surrealismo?
"Dada ci ha insegnato un monosillabo : 'No'- spiega Schwarz- monosillabo che è responsabile di tutti i progressi dell' umanità. In Italia dove il pensiero è unico e il lavaggio del cervello è quotidiano e anestetizzante, è necessario saper dire di no, e sapere e voler pensare con la propria testa".
La mostra è organizzata in 13 settori, dai precursori, alle opere collettive, alla prima mostra del 1925 dove già sono presenti tutti i principali esponenti del movimento, per poi chiudere con le nuove generazioni. Una bulimia di opere specchio del tempo.