Crescono del 10% rispetto al 2012 i mercati digitali consumer in Italia - intesi come tutti quei mercati rivolti al consumatore finale, basati su piattaforme digitali (Pc/tablet, sofa-tv digitali, mobile) - e superano quota 17,1 miliardi di euro. E' quanto emerge dai i risultati della ricerca sui 'Mercati digitali consumer e nuova internet', presentati dall'osservatorio Smau - School of Management Politecnico di Milano.
L'eCommerce B2c, inteso come il valore degli acquisti online da parte dei consumatori italiani, nel 2013 sfiora i 10 miliardi di euro, in crescita del 14% rispetto ai valori consuntivi del 2012. L'eCommerce B2c arriva cosi' a pesare il 3% circa delle vendite di beni e servizi. La quasi totalita' del mercato - pari a circa 9,6 miliardi di euro - e' rappresentata dall'acquisto di prodotti e servizi non digitali su pc/tablet, che includono anche gli ottimi risultati delle iniziative che vendono coupon (+22% sul 2012). Continua a pesare significativamente l'acquisto di servizi (i due terzi del mercato), trainato anche nel 2013 dal turismo che, da solo, genera il 50% circa dell'eCommerce su pc/tablet nel nostro Paese. Crescono comunque bene quasi tutti i settori merceologici con punte superiori al +30% nel caso dell'abbigliamento. Pur con un valore assoluto ancora limitato, cresce in maniera significativa (circa 2,5 volte il valore dello scorso anno) l'acquisto di prodotti e servizi attraverso cellulari (mobile commerce). Nel 2013 il valore supera i 330 milioni di euro, prevalentemente grazie ai biglietti per il trasporto (sia aereo che ferroviario) e alle vendite a tempo (ovvero le vendite di prodotti di brand molto noti, prevalentemente in ambito fashion, in campagne della durata di pochi giorni). Nonostante la sempre maggiore diffusione di Internet Tv che portano Internet sul televisore, non e' ancora partito il T-commerce (eCommerce su Tv).
La pubblicità su canali digitali si attesta intorno ai 2 miliardi di euro, pari al 12% del totale mercati digitali, in crescita del 7% rispetto al 2012, per effetto di dinamiche molto differenti tra i diversi canali. Si tratta comunque di un dato molto positivo, alla luce dell'andamento del mercato pubblicitario sui canali tradizionali in calo complessivamente di circa il 15%. In particolare, le Tv ex analogiche (ovvero i canali esistenti tali e quali anche prima dell'avvento del digitale terrestre) perdono il 17%, la Radio il 14% e la Stampa il 24%.La pubblicita' su pc/tablet vale circa 1,3 miliardi di euro, in crescita del 4% rispetto al 2012. Circa il 30% del valore dei mercati digitali - pari a circa 5,1 miliardi di euro (Iva esclusa) - e' rappresentato dalla spesa dei consumatori per acquistare contenuti e servizi digitali a pagamento, in crescita del 6% rispetto al 2012. Anche in questo caso la crescita, seppur ridotta, va letta nello scenario complessivo del mercato dell'informazione e intrattenimento, dove, ad esempio, i ricavi Pay del mondo della Stampa subiscono un calo del 6%, cosi' come scendono i ricavi Pay del mercato dei libri (-4%), del cinema (-10%) e del teatro (-6%). I contenuti e servizi digitali fruiti su pc/tablet crescono del 9%, per un valore complessivo di oltre 1,2 miliardi di euro, trainati come sempre dai giochi e dalle scommesse su Internet. Crescite particolarmente interessanti si registrano nel settore degli eBook e delle Mobile App per Tablet, anche se, in valore assoluto, questi mercati sono ancora limitati.
L’allarme degli psicologi. Lo shopping online, sempre più di moda soprattutto tra le donne, può essere pericoloso e creare dipendenza. A mettere in guardia sono gli psicologi: il 30% degli acquirenti in rete, infatti, descrive una sensazione di eccitamento ed appagamento nell'acquisto online che spinge verso un 'comprare' compulsivo. Il dato emerge da un'indagine dell'Associazione europea disturbi da attacco di panico (Eurodap) su un campione di 800 persone che fanno acquisti in rete, di età compresa tra 20 e 50 anni.
Il 70% del campione acquista abitualmente sul web: la maggioranza degli uomini acquista elettronica e viaggi; le donne, invece, servizi ed abbigliamento. Tuttavia, il 30% degli acquirenti si dichiara spesso insoddisfatto di ciò che ha scelto di mettere nel carrello. Secondo lo studio, i motivi che portano all'acquisto online sono principalmente la convenienza e la possibilità di confrontare prezzi e prodotti in tempo reale. Ma dall'indagine, rileva la psicoterapeuta e presidente Eurodap Paola Vinciguerra, è emerso anche ''un dato molto significativo che fa comprendere più che mai come si possa diventare facilmente dipendenti dall'acquisto in rete: il 50% del campione dichiara che spesso si collega senza intenzione di fare acquisti, eppure si trova spessissimo con un carrello colmo di prodotti che non aveva assolutamente preventivato". Ed ancora: ''Il 30% degli acquirenti in rete descrive una sensazione di eccitamento ed appagamento per poi cadere pochi minuti dopo in una profonda frustrazione e senso di colpa per aver acquistato, ma per poi tornare a riempire di nuovo il carrello per riprovare quella sensazione di appagamento che può dare l'acquisto. Si può paragonare il tutto - afferma Vinciguerra - all'effetto di una droga". Secondo la psicoterapeuta, dunque, proprio la sensazione di eccitamento che l'acquistare regala, innalzando i valori della dopamina, ''può scatenare la ripetizione del comportamento dell'acquisto indipendentemente dall'oggetto acquistato. Si cade così in una rete compulsiva dalla quale è difficile liberarsi".