Palazzo del Quirinale, 11/04/2012
Signori ministri, cari ospiti, buongiorno a voi tutti.
Desidero innanzitutto cogliere questa occasione per felicitarmi con il Gestore dei Servizi Energetici per il bellissimo progetto. Questa iniziativa nasce dall'incontro che ho avuto, abbastanza di recente, con l'ingegner Emilio Cremona, nel corso del quale ha avuto modo di illustrarmi il progetto; abbiamo ritenuto che fosse giusto e utile un momento di valorizzazione, anche sul piano istituzionale, di questa iniziativa che incrocia due tematiche fondamentali, due fondamentali direttrici dell'azione pubblica e sociale nel nostro Paese oggi: innovazione e solidarietà.
Naturalmente, siamo sempre molto preoccupati per il quadro internazionale europeo in cui si collocano gli andamenti della nostra economia: abbiamo avuto e stiamo vivendo un breve ritorno di clima piuttosto invernale anche sui mercati, che speriamo possa essere rapidamente superato. Sentiamo che è ancora aperto, che non è risolto - per quanto sia stato energicamente affrontato nei mesi scorsi, in modo particolare dall'attuale Governo - il grande problema del consolidamento fiscale, come si usa chiamarlo adesso, o, come abbiamo tradizionalmente usato chiamarlo nel passato, del risanamento e dell'equilibrio della finanza pubblica, soprattutto attraverso il riassorbimento graduale ma costante e determinato dal pesante stock di debito pubblico che il nostro Paese ha accumulato, e innanzitutto attraverso uno sforzo per arrivare - tra l'altro anche con una sanzione costituzionale - al pareggio di bilancio.
Ma, nello stesso tempo, ci assilla il tema della crescita, del rilancio della crescita produttiva e occupazionale nel nostro Paese. I dati sono sicuramente allarmanti, inquietanti, non solo per l'Italia, ma per l'Europa nel suo insieme e alcuni Paesi in modo particolare.
Dovrebbe però essere chiaro che non basta invocare la crescita. Noi oramai abbiamo una sorta di invocazione quotidiana, quasi presumendo che sia già stato chiuso il capitolo del rigore, dell'austerità sul piano finanziario; e che non occorra altro che volontà e determinazione per aprire prospettive di rilancio della crescita. Prospettive più che mai essenziali anche al fine di consolidare i nostri equilibri finanziari che sono poi misurati su dei rapporti tra l'andamento delle grandezze di bilancio e l'andamento delle grandezze economiche, cioè della crescita. Ma non basta questa invocazione, che talvolta è anche un po' fastidiosa, vacuamente polemica, come se ci fossero delle sordità sul tema della crescita.
Non basta l'invocazione e non basta una parola in più. Noi in passato forse abbiamo vissuto un equivoco o un'illusione del genere quando, parlando in sede europea di "Patto per la stabilità", abbiamo pensato che l'essenziale fosse integrare la dizione trasformandola in "Patto per la stabilità e la crescita". Anche adesso, talvolta, si dice che bisognerebbe che il trattato o accordo internazionale cosiddetto Fiscal Compact fosse integrato con un paragrafo sulla crescita. Ma questi sono degli accorgimenti poco più che verbali; in realtà, si può avere crescita soltanto attraverso una molteplicità di azioni pubbliche, di impegni di impresa, di forme di mobilitazione delle energie produttive, lavorative e sociali. Sappiamo comunque che non c'è crescita che possa reggere se non è competitiva nelle nuove condizioni del mercato globale, e sappiamo che non ci può essere crescita senza innovazione, in modo particolare in un settore strategico come quello dell'energia.
Abbiamo sentito dal ministro Corrado Passera cose importanti e interessanti: si va verso una ridefinizione della strategia energetica nazionale che faccia il giusto posto alla crescita delle energie rinnovabili, ma non si limiti soltanto a questo aspetto, perché abbiamo molti altri problemi di razionalizzazione e di impulso da dare. Nello stesso tempo sappiamo che se è fondamentale l'innovazione energetica e l'innovazione in tutti i suoi aspetti e in tutti i campi, non meno importante ai fini di una crescita equilibrata è la solidarietà, ovvero la coesione sociale. Effettivamente il progetto "Energia per il sociale" sposa felicemente queste due dimensioni.
Ho avuto occasione di avere rapporti, negli anni, in modo particolare con alcuni dei soggetti no profit che oggi sono inseriti in questo progetto o con i loro promotori: "Nisida", "Libera", Comunità di San Patrignano, e tutti gli altri che sono stati citati, veramente compongono un insieme molto significativo.
Che ci sia urgente bisogno di dare maggiore attenzione al disagio sociale mi pare risulti chiaramente da dati che sono di dominio pubblico: si verifica un aggravarsi, senza alcun dubbio, del disagio delle famiglie, un aggravarsi di fenomeni di povertà o di rischio di povertà. Talvolta ci si richiama, anche da parte dell'ISTAT, a questa distinzione, ed è giusto non generalizzare: c'è povertà e c'è rischio di povertà; ma anche questa seconda fascia non può non preoccuparci, non allarmarci e, quindi, non impegnarci.
Abbiamo una crescita molto seria di disoccupazione, soprattutto di disoccupazione e di inoccupazione giovanile. Quando parliamo di disagio delle famiglie parliamo anche del peso che sulle famiglie esercita questa condizione di mancanza di possibilità di occupazione per i più giovani. Di tutto ciò si deve tenere conto. Se ne terrà conto certamente in Parlamento anche nel discutere del progetto di riforma del mercato del lavoro, nel senso che abbiamo bisogno di un mercato del lavoro più trasparente, meglio regolato, più efficiente, ma abbiamo anche bisogno di creare le condizioni per nuova occupazione soprattutto tra i giovani.
Credo che nella sua giusta misura questo progetto si collochi nello stesso orizzonte. Come si è detto, non soltanto si dà la possibilità a queste entità no profit di godere delle energie rinnovabili secondo un progetto molto illuminato del Gestore dei Servizi Energetici, ma si creano anche prospettive di qualificazione professionale, e quindi, in ultima istanza, di occupazione e di dignitosa collocazione sociale per giovani che vivono in condizioni di particolare disagio e difficoltà.
Mi pare, quindi, che questa iniziativa, di cui voi tutti siete partecipi così attivamente - sia dell'attività del Gestore sia del progetto "Energia per il sociale" - meritasse la forte sottolineatura che sul piano istituzionale sono stato ben lieto di poter promuovere.