Si fa sempre piu' competitiva la corsa all'oro nero della Libia, le cui riserve di petrolio sono stimate in 46 miliardi di barili. E tra le mire di Italia e Francia, primi paesi occidentali ad aver riconosciuto il Consiglio nazionale transitorio degli insorti e che oggi si contendono il primato negli accordi con il futuro governo, si inserisce anche il gigante russo, che ha invitato a Mosca il Cnt per discutere dei contratti petroliferi russi nel paese.
"L'Italia manterra' il suo primo posto, ce l'avevamo e ce l'avremo", ha assicurato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, rispondendo a Cernobbio a una domanda sulle forniture di idrocarburi libici. "Quel che occorre e' che l'Italia rimanga, come e' sempre stata, primo partner della Libia. Abbiamo confermato gli impegni: per ottobre saremo in grado di far ripartire la produzione di quello che era sotto il controllo dell'Eni", confermando che per il 15 ottobre dovrebbe ripartire la fornitura di gas tramite il gasdotto Greenstream. Il fatto che "altri paesi, come la Russia, si preoccupino di confermare i loro contratti petroliferi", sembra dunque non preoccupare il ministro: "Ne prendo atto - ha commentato - non ci trovo niente di strano". E non a caso ha annunciato che entro 15 giorni saranno scongelati 2,5 miliardi di beni libici per assegnarli al Cnt, mai come in questi giorni bisognoso di risorse.
Ed e' arrivata anche l'ennesima smentita, questa volta da parte del presidente del Cnt Mustafa Abdel Jalil, sull'esistenza di "accordi, contratti o promesse" sulle future forniture di petrolio con societa' o paesi stranieri, dopo che due giorni fa il quotidiano Liberation aveva parlato di un accordo gia' esistente per garantire a compagnie francesi il 35% del greggio libico. Notizia per altro gia' smentita dalla Francia e ritenuta falsa anche dal presidente dell'Eni, Giuseppe Recchi, che ha ricordato che "l'Eni ha una quota di mercato del 14%, la Total del 2%, e comunque la Libia ha riserve per poter aumentare la produzione". Fino allo scoppio della guerra, infatti, il cane a sei zampe, presente in Libia dal 1959, contava sull'estrazione di circa 244 mila barili equivalenti al giorno (petrolio e gas), mentre la francese Total e' sempre rimasta a netta distanza, aggirandosi nel 2010 sui 55 mila barili al giorno.