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Rapporto di Primavera 2025
In occasione dell'apertura del Festival
dello Sviluppo Sostenibile è stato
presentato il "Rapporto di Primavera
2025", dal titolo "Scenari per l'Italia
al 2035 e al 2050. Il falso dilemma tra
competitività e sostenibilità". Il
rapporto contiene dati per i diversi
comparti economici, e dimostra che,
nello scenario Net Zero Transformation,
il sistema produttivo nazionale
potrebbe registrare benefici già al
2035, con il Pil che potrebbe essere
superiore dell'1,1% rispetto a quello
dello scenario di base e il tasso di
disoccupazione inferiore di 0,7 punti
percentuali.
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Rapporto di Primavera 2025
Il trend positivo continuerebbe e nel
2050 il Pil sarebbe superiore dell'8,4%
a quello tendenziale, grazie al
rallentamento del riscaldamento
globale, all'innovazione e all'aumento
dell'efficienza energetica, che
contribuirebbero anche a ridurre la
spesa per i danni ambientali e ad
aumentare le entrate fiscali.
In questo modo, nonostante l'aumento
degli investimenti pubblici, si
registrerebbe anche un miglioramento
del rapporto debito pubblico/Pil
rispetto allo scenario di base.
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In termini aggregati, il comparto
industriale vedrebbe il valore aggiunto
aumentare dell'1,7% nel 2035 e del
14,9% nel 2050. Anche per i servizi si
registrerebbe un risultato
complessivamente positivo, visto che
essi presentano una bassa intensità
energetica, che li rende più protetti
dai costi della transizione energetica
e dalla debolezza della spesa dei
consumatori.
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Gli studi dimostrano che le imprese
italiane che investono in sostenibilità
aumentano la produttività, la competi-
tività e la solidità finanziaria. Ad
esempio, se il 34,5% delle PMI e il
73,8% delle grandi imprese sono già
impegnate in attività di tutela
ambientale, quelle manifatturiere
sostenibili registrano una produttività
più alta del 5-8% rispetto alle altre.
Quasi il 50% delle imprese italiane ha
adottato almeno una pratica di economia
circolare con risultati finanziari
migliori, maggiori investimenti e
minore indebitamento.
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Il 92% delle imprese familiari e l'89%
delle non familiari riconosce che
integrare la sostenibilità nel business
porta benefici, a partire dalla
reputazione e fiducia nel brand: per
questo è tra gli obiettivi prioritari
dei prossimi tre anni.
A livello globale, tuttavia, il
contesto si complica: la crisi del
multilateralismo, la disinformazione e
il ritorno dei nazionalismi minacciano
gli sforzi collettivi per affrontare le
grandi sfide comuni, compresa quella
climatica e quella sociale.
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L'Italia e l'Europa sono ad un bivio
storico: continuare con interventi
timidi o scegliere di guidare la
trasformazione con scelte coraggiose e
sistemiche.
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