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IMPRESE ITALIANE E DAZI
Sette imprese su 10 si stanno attrez-
zando per contrastare gli effetti nega-
tivi dei possibili dazi Usa. E nono-
stante le vendite italiane negli States
rappresentino una quota significativa
del nostro export, la capacità di di-
versificazione dei mercati potrebbe
contenere almeno in parte il peso delle
nuove barriere economiche.
E' quanto emerge da un recente sondag-
gio di Unioncamere e Centro studi Ta-
gliacarne.
a cura di Francesco Ventimiglia
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Tra gli effetti che le barriere commer-
ciali potrebbero determinare, dicono le
imprese, è la riduzione dell'export,
l'aumento dei costi di approvvigiona-
mento, la riduzione delle vendite di
beni intermedi e semilavorati incorpo-
rati in prodotti di altri paesi per il
mercato USA.
L'Italia è il paese con la più alta
quota di imprese esportatrici verso gli
Usa, dopo la Francia.
a cura di Francesco Ventimiglia
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Le aziende italiane però nel tempo han-
no imparato a diversificare i propri
mercati di sbocco, proprio per essere
in grado di affrontare le turbolenze
internazionali.
Le aziende manifatturiere, mediamente,
esportano in 11 mercati diversi. E più
si sale al Nord, più la diversificazio-
ne aumenta: nel Nord-Ovest in media og-
ni impresa vende in 13 Paesi, nel Nord-
Est in 11, al Centro in 9 e nel Mez-
zogiorno in 6.
a cura di Francesco Ventimiglia
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Quattro le province da record: Reggio
Emilia, Vercelli, Bologna e Ravenna, in
cui la media di paesi di esportazione
per ogni impresa manifatturiera è tra i
15 e i 17.
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